A cura della Redazione
A Pompei la maggioranza del corpo elettorale risiede in periferia, mentre il potere sociale e finanziario locale ha preso casa nel centro storico della città, che oltre al Comune ha nella Direzione della Soprintendenza archeologica ed in quella della Chiesa altri due pilastri di riferimento. E’ un teorema di cui tutti, a Pompei, conoscono le coordinate ma che non ha dato luogo finora ad una soluzione accettabile perché, in primis, le periferie viaggiano divise sotto il comando dei ras locali, mentre il centro storico subisce la crisi puntando sulle rivendicazioni politiche locali piuttosto che sulle sperimentazioni innovative. Lunedì 25 agosto, l’Amministrazione comunale guidata da Uliano riprende i lavori assembleari dopo una brevissima pausa. L’opinione della maggioranza dei pompeiani su questo breve inizio è: "tanta buona volontà ma il cambiamento vero ancora non si vede, mentre preoccupano le divisioni politiche interne per la tenuta della maggioranza”. Gli argomenti all’ordine del giorno di lunedì pomeriggio (buona l’idea di agevolare la partecipazione della gente ai lavori, ma perché non si dà finalmente il via allo streaming?) riguardano gli aspetti organizzativi della nuova fase politica, come la modifica dello statuto comunale (art. 18 in materia di Commissioni Consiliari); la modifica del regolamento per il funzionamento del consiglio comunale (art. 26 ed art. 31 in materia di Commissioni Consiliari), la nomina della commissione comunale per la revisione degli albi dei giudici popolari presso la Corte di Assise e Corte d’Assise di Appello e gli Indirizzi per la nomina, la designazione e la revoca dei rappresentanti del Comune di Pompei presso Enti, aziende e Istituzioni. Delibere che non dovrebbero creare eccessivi problemi nel corso del dibattito, ma è probabile che la politica prenda il sopravvento sull’amministrazione corrente. In primis bisognerà vedere cosa succederà riguardo ai gruppi consiliari di minoranza. Uno dei due si è dichiarato espressione del Partito Democratico, ricevendo l’immediata “scomunica” dal segretario provinciale di partito che, in una nota al sindaco, spiega che il partito è stato commissariato per cui l’utilizzo di simbolo e denominazione passa nella gestione di un triunvirato. L’altro gruppo consiliare (misto) non si capisce quanto tempo intende viaggiare “in incognito”, dal momento che i segnali che partono (specie dai due consiglieri in quota rosa) sono di evidente amicizia con Uliano e compagni, che al momento usano la tattica del doppio binario nella gestione delle alleanze. Potrebbe trattarsi di una tattica attendista o prospettica rispetto alla soluzione che s’intende dare al teorema locale di un equilibrio statico tra centro e periferia. L’importanza per gli elettori è che si proceda in piena trasparenza (come per la verità è stato fatto fino ad ora) in modo che gli elettori stessi possano farsi un’opinione. MARIO CARDONE