A cura della Redazione
Nella giornata del 5 novembre ben 26 comuni aderenti alla rete dei Comuni per l’acqua pubblica dell´Ato3 Sarnese-Vesuviano hanno chiesto un incontro con la Regioni, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero all´Ambiente al fine di ottenere la restituzione delle competenze in materia di acqua. A sottoscrivere la richiesta sono stati i comuni di Angri, Bracigliano, Casalnuovo, Castellammare di Stabia, Cercola, Gragnano, Nocera Inferiore e Superiore, Castel San Giorgio, Fisciano, Lettere, Roccapiemonte, Sarno, Striano, Pagani, Poggiomarino, Pompei, Portici, Roccarainola, Sant´Antonio Abate. San Giorgio a Cremano, Saviano, Scafati, Scisciano, Siano e Santa Maria la Carità. I sindaci chiedono con forza l’emanazione di una Legge Regionale che istituisca i nuovi enti territoriali di governo per il Servizio Idrico Integrato. Un’attesa che dura quasi da due anni e che non ha prodotto alcun risultato. Ad oggi, i commissari straordinari regionali continuano ad esercitare i poteri in sostituzione degli Enti Locali. In particolare, il commissariamento dell’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano (Ato3), la cui legittimazione ad operare è tutta da verificare, in questi 2 anni ha prodotto una serie di provvedimenti che sono andati a gravare sugli utenti dell’Ato3 in maniera molto significativa con aumenti tariffari e, da ultimo, il recupero delle partite pregresse ante 2012 che sta scatenando innumerevoli proteste tra gli utenti del territorio. È paradossale che gli Enti Locali che sono i depositari delle competenze in materia di acqua, debbano, continuare ad assistere inermi al tartassamento dei propri cittadini da parte di una gestione commissariale regionale a causa dei ritardi più o meno intenzionali della Regione stessa nel varare la nuova disciplina di governo del territorio. Per questo gli amministratori locali hanno scritto al Governo invitandolo ad esercitare i propri poteri sostituitivi e ad approvare una normativa che individui gli Enti territoriali di governo del servizio e restituisca le competenze in materia di acqua ai legittimi detentori, ossia i Comuni, entro il termine ultimo del 31 dicembre 2014, pena gravi conseguenze sulla gestione del servizio idrico stesso. Ciò è ancora più necessario nell’Ato3 dove, ormai, le Amministrazioni locali ritengono maturi i tempi per superare la gestione privatistica della Gori Spa per passare ad una gestione pubblica, efficiente, solidale, trasparente e più economica del servizio. COMUNICATO