A cura della Redazione

Una sproporzione evidente tra i redditi dichiarati ed i beni mobili ed immobili intestati a Freancesco Casillo e ai suoi familiari.

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria - GICO di Napoli, ed i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, nei territori di Boscoreale, Poggiomarino e Vitulazio (CE), hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro di prevenzione ai fini della confisca, emesso dall’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, di beni immobili, conti correnti bancari, depositi e polizze assicurative, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, riconducibili a al boss Casillo, elemento di spicco del clan Aquino-Annunziata (operante a Boscoreale e zone limitrofe).

Casillo, attualmente detenuto, è già stato condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso, ed ha riportato altre condanne per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e omicidio aggravato dalle finalità mafiose. In particolare, venne arrestato nel luglio 2011 assieme ad altre 33 persone nell’ambito dell’operazione “Re Bomba”, che colpì i clan camorristici “Gionta” e “Aquino-Annunziata” attivi nell’area vesuviana, per i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, con il sequestro di beni per un valore di 7 milioni di euro riconducibili ai suddetti clan. Nel provvedimento restrittivo, Casillo viene indicato come il capo di un’articolata compagine criminale che gestiva la fiorente piazza di spaccio del Piano Napoli di via Passanti Scafati a Boscoreale. Lo stesso è stato inoltre raggiunto, nel marzo 2014, da una misura cautelare in carcere quale compartecipe nella deliberazione ed organizzazione del duplice omicidio dei fratelli Manzo, avvenuto in Terzigno il 10 febbraio 2007, per il quale, a luglio scorso, è stato condannato alla pena dell’ergastolo dalla Corte d’Assise di Napoli.

L’indagine patrimoniale, condotta dai citati reparti su convergenti filoni investigativi, ha consentito di accertare la natura illecita del denaro utilizzato dall’indagato per l’acquisizione dei beni immobili in sequestro, derivante dal coinvolgimento del ras Casillo nel citato contesto associativo e dal riciclaggio di ingenti somme di denaro provenienti dal traffico di sostanze stupefacenti nell’acquisto di immobili, nel Casertano e nella zona Vesuviana, nonché dalla gestione delle attività economiche illecite poste in essere dall’organizzazione criminale, ed in particolare dalla gestione di una fiorente piazza di spaccio nel piano Napoli di Boscoreale.