A cura della Redazione

Gli agenti del commissariato di Polizia di San Giuseppe Vesuviano hanno effettuato nella giornata di ieri due controlli presso altrettanti opifici.

Nel primo stabilimento, situato in via Ferrovia, i poliziotti si sono avvalsi della collaborazione del Nucleo Prevenzione Crimine Campania, dell’ASL NA 3 di Pomigliano d’Arco, dell’Ispettorato del Lavoro,  nonché personale INPS.

All’ingresso nella fabbrica, i poliziotti hanno constatato la presenza di 18 persone intente a lavorare alle rispettive postazioni di lavoro. I poliziotti hanno identificato il titolare della ditta, un 43enne bengalese residente a Palma Campania e provvisto di regolare permesso di soggiorno.

La fabbrica era ubicata al piano terra di un edificio in un unico locale di circa 160 mq, con annesso bagno di servizio. All’interno erano installate 30 macchine da cucire, 4 tavoli con ferri da stiro e numerosi capi sia in lavorazione che lavorati.

Personale dell’ASL ha accertato diverse contravvenzioni: risultavano insufficienti gli spazi per i lavoratori per il normale movimento; presenza sui pavimenti materiali vari, tali da non consentire le viabilità in sicurezza per il normale movimento delle persone, in relazione alle operazioni da compiere; la porta di emergenza non risultava essere usufruibile verso il luogo sicuro, in quanto vi sono materiali che determinano ostacolo al deflusso.

Personale dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Inps hanno sospeso l’attività imprenditoriale in quanto 11 lavoratori su 17 non erano in regola con la documentazione obbligatoria; 10 sono risultati clandestini. Emesse sanzioni per lavoro nero e per un lavoratore veniva diffidato a regolarizzare la posizione.

Il titolare della ditta è stato denunciato per aver impiegato lavoratori privi del permesso di soggiorno.

Al proprietario dell’immobile,  M. P., è stato invece contestato illecito amministrativo per non aver comunicato la cessione dell’immobile per uso lavorativo al cittadino extracomunitario all’Autorità di Pubblica Sicurezza entro 48 ore.

Nel secondo opificio, i poliziotti hanno accertato la presenza di una telecamera a circuito chiuso, che permetteva di individuare l’arrivo di persone.

Dal controllo è emersa la presenza di 16 persone,  intente a lavorare.  I poliziotti hanno identificato una donna, dipendente nonché coniuge della titolare dell’opificio. La fabbrica, anche in questo caso, era ubicata al piano terra, in un unico locale di circa 160 mq, con annessi bagni di servizio. All’interno vi erano installate 29 macchine da cucire, nonché una taglierina e due postazione da stiro,  svariati i capi di abbigliamento in lavorazione nonché già lavorati.

Nell’area di pertinenza dell’opificio, vi era un ulteriore corpo di fabbrica distaccato con struttura in ferro e coperta con lamiera chiusa con pannelli di legno; i poliziotti hanno richiesto l’intervento del personale dell’Ufficio Tecnico del Comune di San Gennaro Vesuviano, per i rilievi di competenza per eventuali illeciti in materia edilizia.  I poliziotti hanno accertato che la titolare, pur avendo il contratto per lo smaltimento resi rifiuti, era sprovvista del registro di carico e scarico degli stessi. Pertanto è stata sanzionata amministrativamente. Inoltre i poliziotti hanno rilevato,  nell’area di pertinenza all’opificio, 25 sacchi con all’interno materiale di risulta dello scarto di lavorazione (pezzame) e, quindi, un deposito incontrollato dei rifiuti. Per tale motivo, l’area è stata sottoposta a sequestro penale e la titolare denunciata.

Personale dell’ASL ha riscontrato violazioni a norme sulla sicurezza del luogo di lavoro, sanzionando e prescrivendo al titolare gli adempimenti del caso

Personale dell’ispettorato del lavoro e dell’Inps, hanno sospeso l’attività imprenditoriale in quanto 6 lavoratori su 16 non erano in regola con la documentazione obbligatoria. Dai successivi  accertamenti, 8 lavoratori sono risultati sprovvisti di qualsiasi documento identificativo e permesso di soggiorno, e quindi denunciati in stato di libertà. In merito a ciò la titolare è stata denunciata anche per violazione dell’art.22 comma 12  decreto legislativo 286/98 (impiego manodopera extracomunitaria senza permesso di soggiorno).