A cura della Redazione

Dopo Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, un altro Comune del Napoletano viene sciolto per infiltrazioni camorristiche. Il tutto, in appena 4 mesi. Si tratta di San Giuseppe Vesuviano, che dal 2018 è guidato dall'Amministrazione del sindaco Vincenzo Catapano (al suo secondo mandato consecutivo). Ora ci sarà la nomina di una Commissione prefettizia che gestirà l'Ente fino alle prossime Amministrative.

"Viene affermato che l'azione dell'amministrazione da me guidata sarebbe stata permeabile alla criminalità organizzata. Riteniamo che ciò non risponda al vero e che rappresenti una insopportabile ingiustizia", ha sottolineato l'ormai ex primo cittadino in un lungo post su Facebook.

"Per noi parlano anni di lotta chiara ed aperta alla criminalità organizzata, per noi parlano i comizi in cui personalmente affermai che non avremmo mai chiesto e mai voluto i voti della camorra, per noi parlano chiaro le denunce fatte all’Autorità Giudiziarie ed alla D.D.A. competente nei confronti di diversi elementi collegati ed appartenenti alla criminalità organizzata locale - prosegue Catapano -. Per me parla chiaro l’essere stato testimone della Pubblica Accusa in un processo di criminalità organizzata; per noi parla chiara l'azione di tutti questi anni in cui abbiamo promosso decine di iniziative contro la camorra, ospitando anche il Procuratore Nazionale Antimafia e diversi Magistrati ed in cui ci siamo sempre costituiti parte civile in tutti i processi per associazione a delinquere, per noi parla chiaro l’aver profuso ogni sforzo per restituire alla città un bene confiscato alla criminalità organizzata ed aver dedicato una piazza a Falcone e Borsellino vittime della mafia, per sensibilizzare i nostri figli alla legalità, ma soprattutto e più di tutto per noi parla la nostra azione amministrativa, che rivendichiamo pulita, trasparente, onesta ed in contrasto alla criminalità organizzata".

Catapano annuncia che contro il provvedimento adottato dal Consiglio dei Ministri, su proposta della titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, definito "ingiusto e non aderente alla realtà" e che "mortifica un'intera comunità", presentrà ricorso al TAR, "dove cercheremo di ripristinare la Verità".

"Non è solo un dovere che avvertiamo nei confronti di un'intera comunità - conclude Catapano -, ma è un ricorso che facciamo alla Giustizia per ottenere un provvedimento che ripristini la verità e dimostri la correttezza della nostra amministrazione, che dobbiamo a noi, all'onore della nostra città ed all'onore dei nostri figli".