Il fuoco ha cancellato alberi, habitat e sentieri, ma non la voglia di ricominciare. Dopo il devastante incendio che ha colpito la pineta, l’associazione Terzigno Verde rilancia la sua sfida: prevenzione, cura del territorio e collaborazione per ridare vita al Parco Nazionale del Vesuvio.
Per anni Terzigno Verde ha fatto della pineta un laboratorio di cittadinanza attiva: escursioni, percorsi inclusivi per persone con disabilità, laboratori per bambini, attività olistiche e pulizia dei sentieri. Un patrimonio spazzato via dalle fiamme.
Durante l’emergenza i volontari non si sono fermati: hanno monitorato i roghi, segnalato criticità, aiutato randagi e senza tetto, diventando un punto di riferimento per la comunità.
Il presidente Francesco Servino ricorda che l’associazione aveva già lanciato l’allarme: «Avevamo indicato le aree più a rischio, dal Bosco della Cupaccia al Vallone del Fico. Se si fosse intervenuti, oggi i danni sarebbero stati contenuti».
Le proposte non mancano: manutenzione dei sentieri (sfalcio, rimozione alberi caduti, nuova segnaletica), valorizzazione dei percorsi non ufficiali anche su terreni privati, controlli più incisivi contro discariche abusive e terreni incolti, maggiore coinvolgimento della comunità locale.
«Il peggior ambientalismo è quello che resta in silenzio di fronte alle catastrofi – spiega Servino –. Le critiche servono, ma il nostro spirito resta collaborativo: vogliamo costruire, non fare muro contro muro».