A cura della Redazione

«A Pompei è stato fatto un lavoro lungo e silenzioso». E' l’ultima dichiarazione del ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini. «Stiamo rispettando i tempi concordati con l'Unione Europea. Per spendere i 105 milioni di fondi europei, ci sono molti cantieri aperti e sono state portate persone nuove, giovani ricercatori e stanno aumentando i turisti - ha proseguito il ministro del cambiamento, annunciando le manifestazioni culturali nel Teatro Grande -. A Pompei la manutenzione non finirà mai - ha concluso Franceschini - anche quando avremo finito di spendere le risorse UE resterà un cantiere permanente su 66 ettari di città senza tetti diduemila anni fa, esposta alle intemperie, di cui 22 ettari non sono stati scavati».

La pensa diversamente il deputato Luigi Gallo (M5S) che in risposta alle dichiarazioni di spending review del ministro Franceschini, ha stigmatizzato il fatto che dei trenta esperti che avrebbero dovuto supportare l'attività del Direttore Generale del Grande Progetto Pompei, Giovanni Nistri, solo diciannove sono in carica, mentre il Mibact fa sapere che quel numero è destinato a diminuire di due unità. «E’ un paradosso che scade nel ridicolo - ribatte Gallo -. Da una parte non riusciamo a utilizzare i 105 milioni di finanziamenti europei per gli Scavi di Pompei, nel contempo, andiamo a risparmiare cifre contenute sulla struttura dell’area archeologica».

In conclusione, mentre Nistri e Franceschini fanno sapere al Paese di aver speso per tempo i fondi stanziati con l’Europa, Gallo fa presente: «Sono soltanto cinque i cantieri e le attività concluse, a fronte di 23 gare ancora in corso e di 25 cantieri aperti. Da ormai un anno la Presidenza del Consiglio non ha ritenuto una priorità completare la struttura di supporto al Direttore Generale o la nomina di cinque collaboratori esperti. Il Governo avrebbe potuto alleggerire il lavoro di Nistri e della Soprintendenza, velocizzando le operazioni di realizzazione e gestione degli appalti». 

L’unico che preferisce non rilasciare dichiarazioni sull’argomento è il generale Nistri, che ha dato oggettivamente un contributo positivo alla riduzione di tempi di conferimento degli appalti. Ora, però, sull’argomento hanno ragione Gallo e compagni. Si dovrà vigilare che le ditte consegnino i lavori nei tempi stabiliti e con collaudi a regola d’arte secondo i capitolati d’appalto.