A cura della Redazione

Una piroetta in commissione urbanistica serve a decidere al presidente Sorrentino e compagni che l’argomento Hub è meglio aggiornarlo in un consiglio comunale monotematico. Alla fine la riunione della commissione è servita esclusivamente a spiegare che sul piano ferroviario & Hub culturale non c’è ancora chiarezza pr cui non è ancora arrivato il momento delle decisioni. E’ stata una seduta di commissione blindata a causa di controlli per entrare nel Municipio di Pompei in pieno clima antiterrorismo. Nella sala di consiglio le presenze  forze dell’ordine sono state evidenti (che preoccupazione c’era?). La commissione era stata convocata dal presidente Sorrentino informa irrituale perché ha limitato l’intervento alle associazioni delle categorie commerciale ed alberghiera in dispregio ad ogni principio democratico e di prassi consolidata in materia di aggiornamento del profilo del piano regolatore. A dirla in breve i presenti si sono resi immediatamente conto che l’iniziativa di convocare la commissione urbanistica invece di seguire suggerimenti autorevoli provenienti da esponenti P.D. (che in fin dei conti è il partito del sindaco di Pompei e del numero maggiore di consiglieri comunali, sempre se sono come si dichiarano) si è rivelato un flop generato da schermaglie di politica di basso profilo dimostrato. L’argomento è dimostrato dal ritardo con cui si è aperta la riunione della commissione dove non si riusciva raggiungere il numero legale perché risultavano assenti tre componenti su cinque (uno di maggioranza due di opposizione).

Circostanza che la dice lungo sul clima di consenso in maggioranza su come è stata portata avanti l’iniziativa. Ulteriore elemento di conferma del flop sulla convocazione della commissione è stata la ferma riserva avanzata dalla consigliera Padulosi (i minoranza e con delega) che ne ha contestato la regolarità formale e di merito mentre tutti hanno potuto notare che l’assessore all’urbanistica Cascone (che aveva titolo, ruolo e motivazione per orientarne i lavori) vi abbia fatto solo capolino. La prima parte della seduta è stata impegnata nell’ascolto dell’arringa del sindaco Uliano che ha cercato di spiegare ad un uditorio incredulo la linearità del suo comportamento e di quello del suo esecutivo a partire dalla seduta  del 22 settembre 2015 a Roma dell’Unità Grande Pompei. La verità è che la posizione dell’amministrazione comunale si è rivelata da settembre a dicembre (fino alla data in cui Uliano e compagni hanno avuto chiarimenti da Nistri) contraddittoria. E’ altrettanto vero che si è manifestata (e permane ancora) molta nebulosità da parte del Governo sulla comunicazione degli elementi attuativi e sui motivi reali che muovono il  piano hub che in un primo momento  sembrava orientato  a fare di Pompei l’ultima tappa del Sud dell’alta velocità. In un secondo momento si è saputo che il raccordo ferroviario FS/EAV sarebbe destinato diventare comprensivo di un’area di accoglienza più vasta destinata ad ospitare i servizi (stazione, centro commerciale turistico, parcheggio (200 posti) e la passerella diretta per gli Scavi).

La più recente versione mette in primo piano, riguardo ai collegamenti, l’esigenza di tagliare i tempi dei crocieristi per visitare gli Scavi di Pompei. Nell’occasione il toscano Franceschini si è dimostrato più abile, nel gioco delle tre carte, di un napoletano di Forcella, nei confronti del sindaco boy scout che prima è rimasto frastornato, successivamente non trovato altro espediente di difesa che la minaccia di legarsi in catene agli scavi di Pompei. “Dove stanno le professionalità?” Ha attaccato, intervenendo per superiore concessione, la consulente del turismo Virginia la Mura. “Parlate senza aver neanche letto le carte”. Ha argomentato. Prima di lei la presidente dell’associazione degli albergatori, Matrone, aveva rigirato il coltello nella piaga. “Ci avete danneggiato come imprenditori perché non ci avete informato per tempo sui progetti che avevate presentato sulla buffer zone e sulla vostra risoluzione riguardo al piano hub”. Il dato positivo di tutta la vicenda è che finalmente gli operatori turistici di Pompei hanno imparato la lezione che in economia è meglio anticipare che rincorrere. “Facciamo richiesta (ndr. Al Ministero dei Beni Culturali e del Turismo) che gli Eventi di valorizzazione culturale (mostre) del sito archeologico di Pompei abbiano luogo in un sito della città moderna (quale per esempio l’ex Orfanotrofio femminile) e che la maggiorazione di biglietto d’ingresso negli Scavi di Pompei sia erogata nella medesima direzione”. Ha proposto nel consenso generale il presidente Ascom, Di Paolo. In conclusione le buone proposte in questa occasione non mancano. Bisogna elaborarle nell’ambito di un progetto che abbia requisiti tecnici rispondenti sia sul versante urbanistico che su quello economico - finanziario. E’ necessario che a gestirle (le proposte) nel prossimo confronto con il Governo al tavolo dell’Unità Grande Pompei sia un ceto dirigente adeguato ed autorevole. Sapranno Uliano e compagni dimostrarsi all’altezza del compito?