A cura della Redazione

E’ stato tagliato a pezzi e portato via, come precedentemente comunicato dalla Soprintendenza archeologica di Pompei, uno dei due alberi del parco archeologico abbattuto dalle forti raffiche di vento del 28 febbraio scorso.

L’arbusto in questione, che aveva la base nel Tempio di Venere, cadendo si era poggiato sulla parte superiore di Porta Marina, per cui la sua rimozione poteva costituire pericolo per i turisti. Ultimato, pertanto, questo intervento, che ha avuto la precedenza per ovvi motivi di natura turistica, è partita l’attività di ricognizione complessiva della Soprintendenza su tutta l’area archeologica, in primis per attivare tutte le misure di sicurezza e tutela del sito ma anche per verificare se ci siano stati eventuali danni alle strutture archeologiche.

Stamattina (2 marzo) sono arrivati anche gli elicotteri dei carabinieri per fare una ricognizione complessiva di tutto il parco. Motivi di sicurezza ma anche operazione d’indagine sulla tenuta complessiva del patrimonio.

Al momento si può anticipare, con le dovute riserve, che non dovrebbero esserci danni al monumento archeologico anche se ieri sera (1 marzo) sono intervenuti a Porta Stabia i vigili del fuoco che hanno potato gli alberi della pineta degli scavi i cui rami, che pendevano oltre il recinto, minacciavano, nel caso di altri temporali, di abbattersi sui turisti che transitano numerosi lungo via Plinio.

Se manca ancora una comunicazione ufficiale della Direzione degli Scavi, arrivano notizie dalle guide turistiche locali di altri danni alle strutture, a partire dell’acqua piovana che è penetrata nel “serpentone in acciaio e cristallo” sito davanti all’ingresso di Porta Anfiteatro, che ha in “vetrina” la prima “attrazione turistica” (i calchi) che incontrano le comitive di studenti che giungono già numerose in questi giorni di anticipo di primavera. Questo danno è stato già riparato, peraltro la pioggia non ha bagnato i calchi.  

Altre criticità riguarderebbero un pannello in legno sito all’ingresso della “Casa dei Casti Amanti”, una struttura in rame relativa alla scala della Casina dell’Aquila (palazzina di inizio '800 all'interno degli Scavi) ed una struttura di tende collocata sul lato orientale del portico-colonnato della Palestra Grande, che sarebbero rimaste danneggiati a causa del vento scheggiando qualche intonaco.