A cura della Redazione

Se in una giunta amministrativa accade che litigano il sindaco ed un suo assessore è al secondo che tocca fare le valige. Vale per Pompei come in tutte le altre città. Riguardo la frattura che si è creata in maggioranza dopo che il sindaco Uliano ha comunicato ai suoi assessori il ritiro di tutte le deleghe, meno una, bisogna interpretare, al di la dei comunicati ufficiali, il peso e la direzione dei nuovi equilibri. L’iniziativa del sindaco di Pompei è ineccepibile.

Lo dicono la legge, la prassi politica ed il buon senso anche se volendo esaminare a fondo la natura dei contrasti (tra Nando Uliano e Santa Cascone) si dovrebbe partire da lontano (la creazione del Forum delle associazioni per intendersi) soffermandoci sul profilo caratteriale dei due personaggi.

Si dovrebbe poi approfondire il contributo (o l’induzione) alla divisione da parte di alcune componenti  politiche della maggioranza e quali manovre hanno generato l’isolamento di Alternativa Pompeiana. Il sindaco nei comunicati ha detto che non è contento dal contributo fornito da alcuni suoi collaboratori affermando che intende imboccare la strada del cambiamento anche a rischio di giocarsi la poltrona. Per trasparenza dovrebbe, però, scendere nei dettagli, spiegando che cosa non ha funzionato e puntando il dito contro il (o i) responsabile/i  perché appare evidente che la questione è più politica che amministrativa.

Esempio: pochi giorni fa è stata inaugurata la Fonte Salutare ma alla cerimonia era assente l’assessore ai lavori pubblici che avrebbe dovuto gestire l’iniziativa. Pochi giorni prima è stato stipulato all’interno dell’area archeologica un importante patto d’amicizia tra Nola e Pompei con presenze istituzionali autorevoli. Tutti Hanno notato che alla cerimonia era assente tutta la componente di maggioranza ”Alternativa Pompeiana”. Per farla breve si conviveva da tempo “separati in casa” mentre altri lavoravano alla “campagna acquisti” con l’intento dichiarato di espellere tre consiglieri indesiderabili. Antonio Marciano, forte della sua autorevolezza e della comune appartenenza politica ha creduto per un momento di placare gli animi, mediando tra il sindaco boy scout e la componente di Messigno ma si è dovuto presto rendere conto di che pasta è fatta la politica a Pompei. Sarà stato colpito profondamente dalla scena (versi, parole e musica)  rappresentata al suo cospetto. Le urla sono arrivate al piano terra di Palazzo de Fusco mentre alcuni suoi inquilini  affermano che l’assessora ai lavori pubblici ha strappato in faccia al sindaco di Pompei la lettera di ritiro delle deleghe.

Francamente non ci sentiamo di commentare questa storia con la metafora della mela avvelenata anche perché Santa Cascone nel ruolo di “bella addormentata” non ce la vediamo proprio. Inoltre ci toccherebbe affibbiare al sindaco boy scout il ruolo di “strega cattiva” mentre il dirigente Fiorenza per fare il “principe azzurro” dovrebbe arrampicarsi sul cavallo bianco. La morale è che il finale “vissero felici e contenti” non ci appare credibile. Ne consegue la previsione di tempi difficili sotto il governo di una maggioranza che assomiglia sempre di più alla formazione scartata in campagna elettorale.             

twitter: @MarioCardone2

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