A cura della Redazione

«Sicuri che Uliano non avrà mai la dignità di riscattarsi o di allontanarsi (“dalle persone a cui aveva dato ricetto, che puzzavano allora e puzzano ancora”)? Noi faremo quanto in nostro potere per liberare Pompei, accantonando ogni divisione per far fronte uniti al “morbo che infuria”».

Questo è in sintesi il proclama di opposizione del movimento politico “Alternativa Pompeana Progetto Democratico” che in Consiglio comunale conta su un gruppo di tre consiglieri, oltre, fino a qualche settimana fa, su un’assessora poi "espulsa", Santa Cascone, detentrice di importanti deleghe. Parliamo della madre-padrona, ritenuta l’icona del movimento politico alternativo radicato nella periferia sud di Pompei. 

L’opposizione programmatica degli amici della Cascone nasce (dichiaratamente) come conseguenza di un bilancio che in un ampio e dettagliato documento viene valutato come fallimentare, avanzando nel contempo pesanti accuse contro il sindaco Uliano ed i suoi collaboratori politici ed amministrativi.

Colpisce più di tutto il dato che l’amministrazione Uliano (secondo il documento diffuso) farebbe leva su ritardi ed inadempienze amministrative al fine di ricavare vantaggi e somministrare favori. Armadi aperti, dunque, e scheletri lasciati in libertà. Una reazione del genere il sindaco boy scout se l’è andata a cercare ed avrebbe dovuto anche far tesoro di precedenti esperienze, a partire dal famoso caso Sica.  

Nello specifico viene riferita la «complicata e oscura vicenda di contenzioso con il concessionario del servizio parcheggi a pagamento» . Insieme alla «mancanza perdurante di un quadro urbanistico che avrebbe consentito soluzioni “mirate” per i singoli, semplici cittadini o imprenditori o consiglieri comunali di avventurosa migrazione».

Il riferimento al collega (albergatore) che ha consentito a Uliano, nell’ultima emergenza politica, di preservare i numeri di maggioranza appare fin troppo evidente   

La conclusione: «Su casa di riposo e servizi cimiteriali ci si contorce in determinazioni, revoche e omissioni, col risultato unico di reclutare chi è ancora innanzi alle proprie responsabilità in giudizio e allontanare malamente chi avrebbe voluto risanare».

Bilancio pesante, dunque, che però, è doveroso chiarirlo, non restituisce la perduta “verginità morale” ai “valutatori improvvisati” che avevano trovato tempi e modi esemplari per disimpegnarsi onorevolmente riscuotendo il consenso popolare.

Al contrario sono rimasti attaccati alla poltrona. Ora è troppo tardi. Il riferimento è al famoso "golpe" di settembre ed alla “pezza” con la quale fu ricucito con il consenso unanime della brigata.

Ora che i tre consiglieri comunali di Alternativa Pompeiana Progetto Democratico sono stati di fatto allontanati dalla maggioranza, dal momento che hanno subito un torto che non avrebbero potuto ignorare, si sono eletti promotori di un bilancio che non li salva nei confronti del corpo elettorale. Altri (Carmine Cirillo), da un punto di vista politico, hanno mantenuto, nel corso di questi due anni, un coerenza maggiore che è stata sicuramente notata ed apprezzata dai loro elettori.

twitter: @MarioCardone2  

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