A cura della Redazione

Quando si intraprende la strada della riscoperta storica di un luogo, risulta inevitabile imbattersi anche in personaggi, uomini o donne, che ne hanno generato alcuni momenti importanti. O che, in semplicità e umiltà, hanno contribuito, con la loro condotta esemplare, a scrivere pagine di Storia, in cui vivono eccezionali episodi di vita quotidiana. In tal caso il professore Carmine Aprea, figlio di Torre Annunziata, è da annoverarsi tra costoro.

Ad indagare nella sua esistenza è stata la professoressa Lucia Muoio, membro del Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”, la quale, grazie alla sua matura esperienza di studiosa di Storia locale, resa ancora più forte dal suo trascorso di docente di Lettere, con la pubblicazione del suo ultimo lavoro La partita a scacchi. Ricordo del prof. Carmine Aprea, filologo, poeta ed eroe, secondo numero della Collana «Quaderni di Storia e Storie torresi» edita dal Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”, ha reso un omaggio encomiabile a un uomo la cui vita si intreccia con le vicende storiche italiane e locali, divenendone un valido testimone.

Carmine Aprea, nonostante le fatiche psicologiche e fisiche della guerra, come poi ci viene illustrato dall'autrice, non perse mai la sua lucidità e la passione per le fonti classiche che tanto amava, per cui divenne ben presto un lume di saggezza per i tanti torresi e un poeta acclarato e stimato, anche a livello nazionale e internazionale. Oltre ciò, fu la sua passione per la disciplina scacchistica a regalargli un posto particolare nei ricordi di tanti altri suoi concittadini che lo avevano inquadrato come un gigante e un maestro degli scacchi, disponibile sempre e aperto all’insegnamento di questo formidabile gioco.

«Con religiosa commozione ho percorso questi momenti, attraverso i ricordi, le testimonianze dei suoi cari, le chiose ai margini dei suoi libri, su cui formò la sua personalità, ma soprattutto attraverso i suoi versi, che, fedeli come le pagine di un diario, raccontano le eroiche vicende della sua nobilissima vita, che egli a volte visse in punta di piedi o assorto in sofferta meditazione dei tumultuosi eventi bellici, di cui fu protagonista nel Secondo Conflitto Mondiale - spiega la professoressa Muoio -. Il professore Aprea dedicò la sua vita alla famiglia e soprattutto all’insegnamento, che considerò sempre come una missione, ma un posto predominante ebbero le sue e le altrui vicissitudini in guerra e in pace. Questo testo svelerà aspetti inediti della vita di una persona rarissima, che nell’eterna lotta tra il bene e il male scelse sempre di essere fulgido esempio di rettitudine, di coerenza e di semplicità per tutti quelli che ebbero la gioia di conoscerlo».

Il libro è stampato in un numero limitato di 150 copie non venali.

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