Durante i fine settimana, a decorrerre da oggi, e per tutta l'estate, pubblicheremo articoli su personaggi famosi, torresi e non, ai quali sono intitolate strade e piazze della nostra città. Non solo loro, ma anche altri che, secondo noi, sarebbero meritevoli di essere presi in considerazione, a tal proposito, dall'amministrazione comunale. Oppure che sono semplicemente importanti da conoscere.
Sono tutti articoli già pubblicati da Torresette nel corso degli ultimi anni, ma rielaborati, scritti dal professore Salvatore Cardone, nostro giornalista, nonché storico locale e scrittore. Riteniamo che questa rubrica potrà essere gradita ai tanti appassionati di storia del territorio e, perché no, a studenti, ragazzi e giovani che poco conoscono coloro che hanno reso lustro alla nostra città in tanti campi.
Cominciamo con la pubblicazione di due articoli, sabato e domenica, dedicati a Michele Caravelli e Vincenzo Gambardella.
Dalle umili origini al cuore della città: una vita al servizio del progresso e della dignità civile
Alle otto del mattino del 12 settembre 1881, in via Oplonti n. 4 a Torre Annunziata, nasceva Michele Caravelli, figlio di Luigi, muratore, e Carolina Criscuolo, casalinga. Una famiglia semplice, radicata nella fatica e nell’onestà del lavoro quotidiano. Quattro giorni dopo, il suo atto di nascita fu registrato con il numero 762. Nessuno, allora, avrebbe potuto immaginare che quel bambino sarebbe divenuto uno dei personaggi più stimati e influenti della storia cittadina.
Il cammino dell’ingegno e del sacrificio
Con enormi sacrifici, sostenuto dall’impegno dei genitori e dalla propria determinazione, Michele riuscì a laurearsi in ingegneria. Professionista di grande competenza e visione, progettò e realizzò molte delle opere che segnarono la modernizzazione urbana della città: dal molino Gallo alla Villa Giordano, dal pastificio Voiello di via Maresca al cinema Politeama e al Moderno, passando per il palazzo Ricciardi e il molino Balestrieri. Fu anche l’ideatore del progetto architettonico del monumento alla Croce in piazza Cesare Battisti e si occupò della bonifica dell’attuale piazza Matteotti, all’epoca largo Tiglio, abbattendo abitazioni fatiscenti per restituire dignità agli spazi pubblici.
Una vita pubblica al servizio della collettività
La sua intelligenza progettuale andava di pari passo con una profonda vocazione civica. Entrò giovanissimo in politica e, a soli 34 anni, divenne assessore al Comune di Torre Annunziata. Dovette però interrompere il mandato nel febbraio del 1916, richiamato alle armi durante la Prima Guerra Mondiale.
Nel frattempo aveva conosciuto Maria Traìno, vicina di casa nata in via Oplonti n. 10 nel 1899, di 18 anni più giovane. Dopo la guerra, la coppia si sposò con rito civile il 5 agosto 1920, in forma privata presso la casa della sposa a causa di problemi di salute. Dal matrimonio nacquero due figli: Carolina e Luigi.
Educatore e benefattore
Michele Caravelli non fu solo ingegnere e politico, ma anche educatore e filantropo. Fondò la scuola operaia in via Murat, che divenne fucina di giovani artigiani e tecnici. Insegnò presso l’Istituto tecnico industriale "Galilei", di cui fu anche presidente del consiglio di amministrazione.
Dopo lo scoppio del 21 gennaio 1946, si distinse per il suo altruismo, ospitando per due anni una famiglia rimasta senza casa. Sempre attento alla vita civile, si batté (senza successo) contro la separazione di Torre Annunziata dai comuni di Boscoreale e Boscotrecase.
Antifascista e commissario del dopoguerra
La sua integrità morale lo portò a rifiutare l’iscrizione al Partito Fascista, anche quando ciò avrebbe potuto agevolargli la carriera. Fu tra i fondatori del Partito d’Azione a Torre Annunziata e, dopo la sua dissoluzione, aderì al Partito Repubblicano, trasmettendo gli stessi ideali al figlio Luigi.
Durante la Liberazione, il Comitato di Liberazione Nazionale e gli Alleati lo nominarono commissario prefettizio della città tra novembre 1943 e maggio 1944, riconoscendone la serietà e il profondo spirito democratico.
Un’eredità morale e culturale
Michele Caravelli si spense il 13 marzo 1955, a 73 anni. Negli anni ’70, il Comune volle rendergli omaggio intitolandogli una strada cittadina. Dopo la scomparsa della moglie e del figlio, la figlia Carolina, sposata con Vito Del Gaudio, volle tramandare il suo nome al figlio, Michele Del Gaudio, oggi noto magistrato, ex deputato e scrittore.
Una figura da ricordare
Ricordare Michele Caravelli significa onorare un modello di cittadinanza attiva, onestà, competenza e generosità. Un uomo che, partendo dalla semplicità di una casa in via Oplonti, ha saputo trasformare la sua intelligenza e il suo cuore in servizio per gli altri. Torre Annunziata gli deve molto. La memoria della sua opera è un patrimonio di tutta la comunità.