A cura della Redazione

Giuseppe Ammendola è nato a Torre Annunziata, ma vive in Francia da tempo. La sua è una storia particolarmente intrigante che spazia tra il windsurf, la cucina e la scrittura. Per più di 20 anni ha lavorato nel mondo delle costruzioni come tecnico commerciale, ma poi ha deciso di fermarsi e di concedersi una pausa.

«Ognuno di noi dovrebbe farlo, almeno una volta nella vita», ci ha confidato. Tre anni fa, dunque, parte per il Brasile dove resta quattro mesi. Tornato in Francia si iscrive ad una scuola specializzata e consegue il diploma di cuoco.

«In Francia lo Stato sostiene e finanzia la possibilità di nuovi percorsi di formazione, si chiama riconversione professionale. Non vi nascondo l’entusiasmo e la gioia che si prova nello stare tra i banchi di scuola a quarant’anni e passa. Senza dimenticare che quel tempo mi è servito anche a fare più windsurf.», afferma con entusiasmo Giuseppe. Già, il windsurf. L’altra sua grande passione insieme alla scrittura. Ha pubblicato tre romanzi e una favola. L’ultimo libro si chiama “La Neve di Settembre”. I protagonisti della storia sono due appassionati di windsurf, Gabriel e Klivia. Lui è un seducente dentista di Lecco, lei un’astronoma tedesca, tutt’altro che pragmatica. Sono loro stessi a raccontarsi nell’avvicendarsi dei capitoli denominati “Lui e Lei”. «Lo scenario è quello di Jericoacoara, un villaggio di pescatori nello stato brasiliano di Ceará. Ma poi c’è il lago di Como e la fredda Kiel. La trama è dinamica e romantica – aggiunge Giuseppe Ammendola - ma anche spiritosa e introspettiva. Insomma una narrazione attraverso cui liberare la fantasia». Ma il nuovo lavoro di cuoco, la vela e la creatività di scrittore come possono sovrapporsi e coniugarsi?

«Credo che se si ama il windsurf non si può non amare il mare. Personalmente non potrei vivere lontano dalla costa, sono nato e cresciuto a Torre Annunziata, a pochi metri dal mare. Il prossimo progetto a cui sto lavorando - conclude lo scrittore - è quello di partire come volontario su un’imbarcazione della Sea Shepherd, un’associazione a difesa degli animali marini. A bordo, in veste di cuoco, che poi è il mio lavoro, mi piacerebbe raccogliere idee e materiale per trasformarle in un libro, magari inserendo anche delle mie ricette. A seconda della missione, potrei raccontare del destino dei globicefali delle isole Faroe, del pericolo di estinzione delle balene nel Mediterraneo, delle tartarughe nell’Adriatico».

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