A cura della Redazione
Novità torrese: il telefonino-pistola! Ian Fleming da queste parti non è mai passato, ma deve essere stato il segreto ispiratore di insospettabili lettori. Quel telefonino calibro 22, scoperto in un arsenale della camorra e finito su teleschermi e pagine di giornale, arriva direttamente dal mondo fantastico degli agenti segreti; meno nobile l’applicazione che ne sarebbe stata fatta, e nessuno può garantire che si tratti di un esemplare unico. La possibile alfabetizzazione di una casta profondamente ignorante è l’unico risvolto positivo della vicenda che ha riportato Torre Annunziata sotto i riflettori nazionali. Sempre che la nostra ricostruzione non sia (come purtroppo sospettiamo) altrettanto fantastica. Ma quella pistola mimetizzata in un cellulare è soprattutto il segnale di un’evoluzione tecnologica che non si è fermata all’utilizzazione delle telecamere per controllare chiunque si avvicinasse alle roccaforti criminali. L’evoluzione si ferma qui. Per il resto assistiamo a un imbarbarimento costante e difficilmente reversibile senza interventi massicci. L’appello lanciato da monsignor Russo, rettore della Basilica dedicata alla Madonna della Neve, è rimasto inascoltato: sollecitava un po’ di attenzione verso quei ragazzi che, senza più famiglia e senza valori, rischiano fortemente di non avere futuro, oppure di avere un futuro da sbandati. Poco o nulla è stato fatto, e nessun summit in Prefettura si occuperà mai di loro. Occorre, invece, un’azione combinata che trovi nella scuola e nei professori i terminali operativi. Senza di loro tutto è impossibile. Le continue operazioni di polizia finalmente testimoniano come l’impunità non sia più una condizione permanente per i Signori del malaffare. Chi viola la legge può essere individuato e punito. Concetto scontato in ogni luogo, ma ridotto a verità relativa nella nostra comunità, condizionata da anni dominati dalla prevaricazione e da un’unica norma: la legge del più forte. A ricordarcelo è l’anniversario del delitto di Raffaele Pastore, colpevole di aver provato a fare l’imprenditore a Torre Annunziata. Quanto abbiamo parlato di legalità, di necessaria riaffermazione della normalità, qui diventata eccezione? Ora ci siamo. Gli alibi sono crollati per tutti noi, sono poco credibili tutte le dichiarazioni di impotenza dietro le quali schermavamo il nostro non-fare. Credo che ne sia perfettamente consapevole anche Giosuè Starita. Sul Muro di Torresette leggo spesso critiche nei suo confronti, molto spesso nascoste dietro i nomi di fantasia (nickname) usati dai naviganti della rete; registro inviti a mettere mano alla formazione della sua squadra, a creare un governo del Sindaco. Sembrano ammiccare alla vecchia politica che sempre pericolosamente si riaffaccia con le sue logiche distorte: la legge elettorale assegna al Sindaco ampi poteri. Basta solo esercitarli al meglio. Adesso è più facile. Anche se il nemico spesso ricorre alle armi di 007. MASSIMO CORCIONE