A cura della Redazione

Preso a Barcellona, era sfuggito a blitz anticamorra a Napoli. Antonio De Matteo, 40 anni, è stato arrestato personale della Polizia di Stato italiana e del Grupo Fugitivos de la Udyco Central della Polizia spagnola. Su di lui pendeva un mandato di arresto europeo   emesso il 2 marzo scorso dal GIP del Tribunale di Napoli.

De Matteo si era reso irreperibile all’alba del 20 febbraio, in occasione del blitz della Squadra Mobile di Napoli allorquando, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, fu eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti 17 persone, promotori e sodali di un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, ritenuta in rapporti d’affari con i clan di camorra operanti nel Rione Pazzigno, il famigerato Bronx nell’area orientale di Napoli.

All’indomani delle esecuzioni, il personale della sezione antidroga della Squadra Mobile, coordinato dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha avviato una mirata attività investigativa volta alla cattura dell'uomo. Le indagini hanno consentito, nelle ultime settimane, di raccogliere chiari elementi circa la presenza del latitante in Spagna, in particolare nella città di Barcellona.

Con il supporto del Servizio Centrale Operativo e il coordinamento internazionale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, è stato avviato un intenso scambio informativo con le Autorità spagnole.

De Matteo è stato notato dietro a un angolo di strada nella città catalana. I poliziotti spagnoli e italiani, dunque, disponendosi su più lati, hanno provato ad avvicinarsi il più possibile al latitante che, accortosene solo alla fine e vistosi circondato, ha provato un’ultima disperata fuga tra i vicoli del centro cittadino e le auto presenti. Dopo un inseguimento di alcuni minuti, tra le urla delle persone presenti, però, è stato bloccato e tratto in arresto.

L'uomo, peraltro, è stato trovato in possesso di un documento falso e solo la diretta conoscenza da parte di personale italiano ha facilitato la sua rapida individuazione, legittimando ancor più l’importanza della cooperazione internazionale di Polizia.

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