A cura della Redazione

Sette persone arrestate a Napoli dalla Polizia di Stato nell'ambito di una indagine coordinata dalla DDA partenopea. Quattro finiscono in carcere - S. M., G. P., P. S., e R. S. -, altre tre (tutte donne) ai domiciliari: G. V., G. N., e A. C..

Tutte sono ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di detenzione di armi comuni da sparo e favoreggiamento, reato aggravato anche dalle modalità mafiose.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli sono relative all’omicidio di un giovane di 19 anni, Francesco Pio Maimone, avvenuto durante la notte del 20 marzo in via Caracciolo, sul lungomare partenopeo. Gli accertamenti svolti hanno permesso di accertare che nei pressi di uno chalet a Mergellina, si erano affrontati due gruppi di giovani a seguito di una lite per futili motivi. Uno dei partecipanti alla lite, individuato in Francesco Pio Valda (scherzo del destino, lo stesso nome della vittima), nell’allontanarsi dal luogo avrebbe estratto una pistola esplodendo diversi colpi d’arma da fuoco, uno dei quali ha ucciso il giovane risultato totalmente estraneo alla vicenda.

Valda, il 21 marzo scorso, fu arrestato in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia. E' il figlio di Ciro Valda, affiliato al Clan Cuccaro e deceduto in un agguato di camorra nel 2013.

Le successive attività investigative hanno fatto emergere elementi a carico degli altri sette indagati (tra questi, anche la sorella del presunto killer) che, a vario titolo, dopo che fu commesso l’omicidio, avrebbero aiutato il presunto assassino ad eludere le investigazioni anche occultando l’arma da fuoco.