A cura della Redazione

Congresso Pd, dalle parole di denuncia alle vie giudiziarie. È quanto è emerso dalla conferenza stampa indetta dal segretario dimissionario del Pd Antonio Esposito, a cui hanno  partecipato consiglieri comunali, assessori e dirigenti di partito.

Il segretario ha confermato tutto quanto aveva precedentemente dichiarato e denunciato, ovvero che 57 nuove tessere andavano annullate perché non sottoscritte nel Circolo; che sulla totalità delle tessere manca la sua firma; e che molte delle firme apposte sulle tessere non sono autografe. “Inoltre mi chiedo - afferma - come sia possibile che il Congresso possa svolgersi regolarmente se alcuni adempimenti erano riservati al segretario o ad un suo reggente, e né mi risulta che la Federazione Metropolitana abbia incaricato qualcuno in mia sostituzione. Quindi un Congresso farsa. Per tutti questi motivi  – ha concluso – mi riservo di presentare una denuncia in sede giudiziaria, mentre, qualora le nostre istanze non fossero accolte dagli organismi nazionali del PD, valuteremo un’eventuale sospensione di consiglieri e assessori dal partito.”.

Intanto è stato ribadito che la mozione Martina, che annovera cinque consiglieri comunali su sei, due assessori e lo stesso sindaco, non parteciperà al Congresso e né presenterà una propria lista. L’unico candidato alla segreteria rimane pertanto Francesco Savarese, la cui componente, che fa riferimento al consigliere regionale Marciano, fino a poco tempo fa faceva parte della mozione Martina e solo all’ultimo momento, dietro la proposta della mozione Zingaretti di candidarlo a segretario, è passata dall’altra parte.

Il presidente dell’Ufficio Adesione, Antonio Gagliardi, anche lui dimissionario, ha confermato le gravi irregolarità commesse durante il tesseramento. “Quando Massimo Manna, dietro sollecitazione dell’Ufficio Adesioni, ha dichiarato che le tessere ai nuovi iscritti le aveva compilate fuori dal Circolo – ha detto – era presente lo stesso Savarese, oltre ad altri compagni. Ora è a lui, candidato alla segreteria, che mi rivolgo: cosa ha da dire al riguardo?”.

Insomma una querelle che non terminerà sicuramente con la chiusura del Congresso e che forse avrà degli strascichi anche in sede giudiziaria.

(Nella foto, il segretario dimissionario PD Antonio Esposito mostra una tessera di iscrizione al partito)