A cura della Redazione

Il Partito Democratico di Torre Annunziata si sente accerchiato. Periodicamente si levano critiche nei confronti dell’Amministrazione, a volte giuste a volte strumentali, che di riflesso colpiscono il partito di maggioranza che sostiene il sindaco Vincenzo Ascione.

«A molti dà fastidio che ci sia un soggetto politico come il Pd che apre un confronto pubblico e di merito sul futuro della città e del Mezzogiorno – afferma Paolo Persico, commissario cittadino Pd -. Nei prossimi giorni lo faremo in modo ancora più intenso in vista dell'obiettivo di rilanciare il nostro Circolo come "casa della partecipazione".

Non nascondiamo punti di vista differenti su tante scelte, ma abbiamo la consapevolezza che se non diamo senso alla partecipazione a alla capacità di lettura dei fenomeni e delle soluzioni prevale un'idea personalistica e distorta della politica.

Proprio partendo dalla constatazione di limiti ed errori di valutazione, abbiamo sostenuto la scelta del sindaco Ascione di dare vita a una Giunta profondamente rinnovata per rispondere alle domande della città e, contestualmente, lavoriamo per irrobustire il dibattito politico e democratico”.

Poi la discussione si sposta sulla conferenza svoltasi l’altro ieri in remoto con la partecipazione di esponenti politici locali e napoletani del partito, tra cui l’on. Paolo Siani, il segretario metropolitano Marco Sarracino e la consigliera regionale Bruna Fiola. In quell’occasione il vicesindaco Lorenzo Diana, dopo aver condannato l'azione del dirigente dell'Utc Nunzio Ariano, in carcere per tangente, ha tirato in ballo anche l’ex vicesindaco Luigi Ammendola.   

“Estrapolare da ragionamento politico complessivo una frase di Lorenzo Diana – continua Persico - è strumentale. Del resto è chiaro che era riferita alla responsabilità politica di aver sottovalutato la necessità di far applicare rigidamente le misure di controllo della pubblica amministrazione.

Più arduo, per alcuni, è accettare che c'è un partito che discute, si confronta, fa delle scelte, chiede atti politici ai suoi esponenti per contribuire ad affrontare le sfide difficili e far tesoro della riflessione comune.

La crisi sociale accentuata dalla pandemia – conclude il commissario - fa avanzare nei cittadini una domanda "esigente" di disprezzo per la corruzione e di insofferenza per l'illegalità diffusa. Dobbiamo farcene carico proseguendo il lavoro avviato”.