A cura della Redazione

“Entro pochi giorni conto di nominare la nuova Giunta che dovrà essere a mia immagine e somiglianza. Persone qualificate, competenti, e  con passione. Aprirò una campagna d’ascolto rivolta sia all’interno del Consiglio comunale, forze di maggioranza e opposizione, che all’esterno, tra la società civile. Poi presenterò la nuova squadra di governo al Consiglio comunale per poter avere la fiducia”.

E’ questa la volontà del sindaco di Torre Annunziata  Vincenzo Ascione venuta fuori dalla conferenza stampa indetta dopo l’azzeramento della Giunta municipale di ieri pomeriggio.

Il primo cittadino ha elencato tutta una serie di disavventure che hanno costellato questi primi quattro anni del suo mandato amministrativo. Dalla tragedia di Rampa Nunziante, alla pandemia, all’arresto dell’ingegnere dell’Ufficio tecnico comunale fino all’uccisione di Maurizio Cerrato. 

Ascione ha parlato poi del Partito Democratico, che lo ha abbandonato in un momento cruciale per la vita amministrativa della città. “Mi è stato chiesto di dimettermi – ha aggiunto – ma io non ho nulla da farmi perdonare e andrò avanti per la mia strada, sempreché ci siano le condizioni per farlo”.

Le “accuse” mosse dal vicesindaco Lorenzo Diana le ha considerate ingenerose. “Capisco il suo stato d’animo, soprattutto dopo l’uccisione di Cerrato – ha proseguito –, ma è stato ingeneroso nei confronti della città, che sta facendo sforzi enormi per togliersi l’etichetta di città di camorra”.

Ad una domanda specifica ha ammesso tutte la sua responsabilità sulle scelte politiche fatte fino ad ora e di sentirsi tradito dal comportamento del dirigente dell’Ufficio tecnico. Sull’arresto dell’ex vicesindaco Luigi Ammendola non si è voluto esprimere. “La situazione per lui non è così chiara come per l’ing. Ariano – ha detto -, e quindi aspetterò gli sviluppi giudiziari prima di esprimere giudizi”.  

(Nella foto, al centro il sindaco Ascione, alla sua destra il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Raiola, alla sua sinistra l'addetto stampa Benni Gagliardi)