A cura della Redazione

Si è svolto ieri, 13 luglio, nella sede del PD di Torre Annunziata, un incontro per discutere e confrontarsi sulle iniziative da mettere in campo per potenziare e promuovere tutte le attività di rilancio dello scalo portuale oplontino.

Sono intervenuti nella discussione il segretario della Camera del Lavoro di Castellammare di Stabia, i rappresentanti dei lavoratori della Solacem, Aldo Avvisati – presidente dell'associazione "Rete vesuviana Ospitalità diffusa –, Claudio Bergamasco – presidente dell'associazione "La Paranza delle Idee" –, Massimo Napolitano , operatore del mondo dell'informazione. Erano presenti i consiglieri comunali Francesco Colletto e Germaine Popolo, insieme a diversi dirigenti del Circolo. Il Sindaco Enzo Ascione non è potuto intervenire per lievi problemi di salute.

La discussione di merito è stata ricca e articolata con contributi interessanti per l'azione politica del PD.

“Abbiamo promosso questo momento di confronto sul futuro del porto di Torre Annunziata – dichiara il commissario Paolo Persico – consapevoli che il suo rilancio sia un elemento decisivo per la città. Ci troviamo in un momento in cui sono intervenute due novità importanti:

la prima è costituita dal recente cambio della direzione dell’Autorità portuale con la nomina di Andrea Annunziata al posto di Pietro Spirito e da una governance che si definirà in modo ancora più compiuto dopo l’elezione del nuovo Sindaco sia di Napoli sia di Salerno;

la seconda riguarda invece la legge di Bilancio della Regione Campania, approvata a giugno, che contiene una norma che consente il trasferimento ai Comuni delle aree portuali demaniali”.

Diversi i punti che sono stati oggetto di discussione: sullo sfondo ci sono importanti prospettive legate agli investimenti europei e al processo di decollo delle ZES, al tema del Piano verde dell’Europa che vedrà non soltanto un impiego di risorse ma anche un profondo mutamento di regole e vincoli dentro un più articolato processo mondiale di contrasto ai mutamenti climatici.

Tutto ciò si inserisce in un contesto - mondiale ed europeo - che è profondamente mutato sia per la pandemia sia per cambiamenti politici, economici, culturali che investono tutti continenti; e  sul commercio internazionale, sulle infrastrutture, sulle materie prime e sull’energia si giocherà una gigantesca partita geo-politica.

“Lo dico non per un antico retaggio della sinistra (che ci portava a ragionare del mondo prima di giungere alla realtà del Comune o del Quartiere) – continua Persico – ma perché o la politica e l’azione amministrativa assumono i parametri della dimensione glo-local mostrando capacità di flessibilità e di adattabilità alla velocità dei processi di innovazione della società e dell’economia o falliscono nella loro missione”.

La pandemia ha scosso antiche certezze e messo in crisi antiche convinzioni relative ai processi di crescita delle grandi aree urbane, ai modi di vivere e di consumare.

La crescita delle attività connesse ai porti è significativa ma ancora lontana dai livelli pre- pandemia: sia per il traffico merci sia per il traffico passeggeri; probabilmente, cambieranno alcuni modelli con un accorciamento delle filiere di produzione e la crescita di un turismo di qualità.

In questo contesto si inserisce il ragionamento sui porti italiani e sul sistema portuale campano che ha vissuto e vive la crisi Covid-19 e si misura con carenze strutturali profonde e ataviche.

In queste settimane la nuova direzione dell’Autorità portuale ha rivisto molte scelte e messo in discussione molteplici progetti legati all’espansione del Porto di Napoli: l’allargamento delle banchine, l’area petrolifera ed energetica, il collegamento con la ferrovia.

Contemporaneamente, è partita la discussione sul Porto di Castellammare di Stabia con ipotesi, tutte da verificare, per la parte che riguarda gli investimenti di Fincantieri e il destino del cantiere.

Per Torre Annunziata si è riaperta la discussione sull’ipotesi di adesione all’Autorità Portuale di Napoli e Salerno.

Una ipotesi in campo già nel decennio passato e che non andò avanti nel momento in cui il Piano dell’Autorità portuale, all’epoca guidata da Francesco Nerli, prevedeva lo spostamento a Torre Annunziata di attività di bassa qualità, con scarso valore aggiunto in termini occupazionali e con un forte carico inquinante.

“Oggi il tema si pone in maniera diversa anche perché è più ampia la dimensione dell’Autorità atteso che essa comprende anche Salerno; per queste ragioni Torre può giocare un ruolo importante per la dimensione e le potenzialità del suo scalo portuale – sottolinea ancora Persico – . L’autorità di sistema portuale del mar Tirreno centrale è inserita in un sistema portuale al servizio di un‘area vasta che comprende, oltre alla Campania, parte del basso Lazio, la Basilicata, parte della Calabria. E’ il cuore demografico e produttivo del Mezzogiorno.  Ecco perché bisogna discutere in modo non ideologico ma nel merito definendo in modo chiaro gli obiettivi che vengono posti con l’adesione all’Autorità Portuale. Torna centrale - anche oggi - un‘antica disputa sulle funzioni del Porto.  Per il Pd é illusorio e fuorviante pensare a dimensioni esclusive. Qualsiasi moderno sistema urbano è fondato sulla molteplicità delle funzioni”.

In questi mesi – si legge nella nota del partito – ma anche nella proposta avanzata al Consiglio comunale, è mancato qualsiasi riferimento al tema del rapporto con le strutture logistiche e le aree produttive retro-portuali (della città e dell’area) e alle ZES che costituiscono una grande opportunità per il Mezzogiorno (anche se il processo di decollo è ancora nebuloso e irto di ostacoli burocratici).

Su questi aspetti, la politica nazionale e regionale è ancora in ritardo e, in particolare, nella nostra area avvertiamo la crisi e la inadeguatezza di una capacità di visione prospettica dell’ASI, l’assenza di un’attività per nuove forme di politiche di crescita connesse alle attività produttive ed alla modernizzazione della logistica.

Aerospazio, automotive, agroalimentare, abbigliamento, insieme alla farmaceutica, sono i settori trainanti della nostra economia regionale con numeri incoraggianti e positivi, ma che devono veder ridotti i costi logistici per affrontare la sfida dei mercati.

In questo contesto anche il porto di Torre Annunziata ha una prospettiva di lunga durata e di crescita se si affrontano i nodi relativi ai fondali, alle banchine, al miglioramento dell’accessibilità, alle connessioni veicolari su gomma e su ferro.

La prima richiesta da fare è proprio quello di un approfondito studio sulle misure necessarie per evitare il continuo processo di insabbiamento anche alla luce degli interventi programmati sul Sarno e per i porti vicini.

Si possono riorganizzare, al meglio, le aree per avere insieme l’attività commerciale, la diportistica e uno scalo passeggeri per navi da crociera di media dimensione, per nuove forme di turismo di prossimità, ipotizzando anche un rafforzamento del sistema delle “Vie del mare” per il Golfo ma anche di più lunga percorrenza (vista la saturazione di Salerno su questo fronte).

“Dobbiamo mantenere l’obiettivo dello spostamento dei depositi petroliferi e della riqualificazione strutturale di quell’area – sottolinea Persico – nel quadro di un vero piano nazionale di localizzazione e razionalizzazione dei depositi energetici costieri (da finanziare con risorse europee) nell’ambito dei processi di riorganizzazione energetica di tutto il Paese secondo gli obiettivi condivisi con l’Europa.

Un porto moderno e ben organizzato può dare nuova linfa a due obiettivi fondamentali: una linea di costa riqualificata e fruibile per tutti con attrezzature per lo sport, il benessere e il tempo libero, riconquistando la possibilità di un uso collettivo del mare e della spiaggia sino alla foce del Sarno; una nuova qualità urbana dei quartieri antichi della città che lungo l’asse verticale mare – scavi archeologici/Real Fabbrica d’armi possono trovare vitalità nelle attività ricettive diffuse, nell’artigianato, nella rete del commercio di vicinato, nelle politiche di accoglienza, nelle attività culturali, di nuove opportunità di terziario avanzato.

Dobbiamo combattere il rischio di desertificazione che si corre con la nascita del centro commerciale nell’area ex Italtubi e potremo farlo al meglio se puntiamo su un’accoglienza funzionale al turismo di prossimità e se manteniamo alcuni tratti della vocazione produttiva e commerciale di Torre”.

Diverse tematiche sono emerse durante l’incontro, considerate meritevoli di specifico approfondimento, come le funzioni del parco urbano in costruzione nell’area prossima ai depositi petroliferi; la necessità di un crono programma realistico delle opere in itinere: per le arcate della ferrovia, per la darsena pescatori, per il risanamento della Salera, per l’adeguamento strutturale del Porto.

Infine, sono state affrontate due ultime considerazioni su alcune iniziative che riguardano una dimensione sovra-comunale:

la prima è relativa all’avanzamento dei lavori della pista ciclabile lungo la ex linea ferroviaria Cancello/Torre che, prevedibilmente, vedrà il primo lotto - da San Giuseppe Vesuviano a Torre - completato a fine 2022: su questo emerge una interessante prospettiva connessa ad un importante investimento della Regione che intende completarla fino a Cancello e collegarla alla rete dei sentieri del Parco Partenio  creando, in tal modo, la GREEN WAY dei Santuari, da Montevergine a Pompei riconnettendosi ai grandi cammini dell’Appenino.

Lo studio di fattibilità è stato finanziato dall’ultimo assestamento di bilancio e si è insediato in Regione un Tavolo di lavoro con il coinvolgimento dei Sindaci e dei presidenti dei Parchi.

E’ un volano per una forma in crescita di turismo con un ruolo strategico per Torre Annunziata in quanto terminale della rete delle Ferrovie dello stato che sta puntando molto sull’integrazione bici- treno.

La seconda riguarda il graduale completamento di molti sistemi fognari che stanno incidendo nella riduzione del carico inquinante del Sarno, la buona soluzione adottata per il rischio idraulico con l’allargamento - di fatto - del tratto terminale del fiume e l’avvio del processo per quel Contratto di Fiume che può essere un innovativo processo di riqualificazione ambientale di quell’area.

“Dunque, affrontiamo, con spirito aperto la discussione sul Porto, – conclude il commissario Persico –-  senza illusioni velleitarie ma guardando alla complessità dei problemi e ragionando in termini di area vasta, senza ideologismi e bandierine funzionali a battaglie politiche e/o personali “.