A cura della Redazione

Il dottore Giampiero Nitrato Izzo, medico ematologo presso l’ospedale del Mare di Napoli, è stato eletto presidente del Partito Democratico, Circolo di Torre Annunziata.

Valente professionista, con alle spalle - negli anni ’80 - anche cariche istituzionali presso il Comune oplontino, si è riavvicinato alla politica attiva per dare una mano al partito soprattutto dopo le vicende che hanno coinvolto l’amministrazione comunale.

“Essere stato chiamato a svolgere la funzione di presidente del Circolo Pd di Torre Annunziata – afferma il medico -costituisce per me una responsabilità della quale credo di avere sufficiente consapevolezza. Il percorso culturale e politico che ha caratterizzato il mio impegno civile, sviluppatosi nel solco del socialismo liberale e del garantismo, mi obbliga a circoscrivere il giudizio sulle vicende amministrative degli ultimi anni alla sola sfera politica.  Saranno altri organi a pronunciarsi su aspetti che hanno rilevanza giudiziaria”.

Il sindaco Vincenzo Ascione è stato eletto nel 2017 nelle fila del Pd…

“E’ vero, ma il Pd con il voto contrario sul Bilancio di previsione 2021 e con la richiesta di invio della Commissione di accesso ha separato in tempo utile le sue responsabilità da quelle dell’Amministrazione eletta nel 2017.  Peraltro, già nel congresso cittadino del 2019 era emersa una netta distinzione tra gli orientamenti degli organismi politici e le scelte dell’Amministrazione Comunale”.

Come intende far recuperare la fiducia degli elettori nei confronto del Pd? Quali - secondo lei - le questioni più rilevanti?

“Chi svolge una funzione in qualche modo terza (qual è quella di chi presiede un organismo) ha la responsabilità di impegnarsi nella ricerca oggettiva dei problemi e nella individuazione di adeguate soluzioni. A mio parere le questioni più rilevanti sembrano essere queste:

- la necessità di un rapporto dialettico, corretto e rispettoso, tra organi politici e rappresentanze istituzionali e di governo. Nessuna subalternità, un confronto argomentato e strutturato sulle motivazioni che sorreggono le scelte;

- la capacità di affrontare i problemi aperti sulla base di consapevolezze normative, di accertate compatibilità di bilancio, di verifica dei dati, di competenze. Vanno evitati approcci superficiali, chiacchiere da bar, soluzioni non confortate da percorsi amministrativi frutto di studio e di approfondimenti;

- riportare il partito tra le gente vuol dire confrontarsi costantemente con la città, con la sua parte migliore, aliena da interessi personali, verificando la bontà delle scelte nel rapporto con i quartieri, le organizzazioni sindacali e le associazioni culturali, di categoria e di impegno civile;

- non chiudersi mai quando si sceglie una misura o un provvedimento dentro certezze inossidabili: bisogna saper ascoltare anche le critiche più aspre, dialogare anche con gli avversari più duri senza mai considerarli nemici;

- chiedere a tutti i militanti e dirigenti un impegno unitario, lasciando da parte gli eccessi di ambizioni, costruendo soluzioni adeguate rispetto ai problemi e non alle aspettative personali: prestigio ed autorevolezza sono caratteristiche che vengono riconosciute dagli altri, mai proposte da se stessi.    

Ci sono altre mille problematiche ma ho intese evidenziare innanzitutto un metodo. Un metodo che presuppone e rilancia i valori della partecipazione attiva, del confronto corretto, dell’equilibrio tra esperienza e innovazione, dei confini tra ambito politico e azione amministrativa, per fare del Pd nuovamente un’organizzazione politica che sta, ancor più con l’elezione di Elly Schlein, dalla parte del Mezzogiorno, della battaglia per il lavoro e lo sviluppo, per la fruizione diffusa dei servizi pubblici (a partire dalla sanità), per la piena applicazione dei principi della nostra Costituzione democratica ed antifascista”.