"Bisogna creare una coscienza al voto, perché la carente informazione dei media non ha permesso la perfetta conoscenza dei cinque quesiti del referendum".
Con queste parole l'avvocato Cesare Ciaravola ha aperto, nella sede di Oplonti Futura, l'incontro intitolato "Ma che me ne frega?", sul referendum dell'8 e 9 giugno che ha per oggetto i diritti dei lavoratori e la cittadinanza per gli "stranieri". E si è alternato con l'ingegnere Manuel Sorrentino nella spiegazione dettagliata dei motivi per i quali è necessario votare "Sì".
Il primo quesito restituisce il diritto al reintegro nel posto di lavoro se si viene licenziati senza giusta causa. Con il secondo è il giudice che deve decidere il risarcimento, nelle microimprese con meno di 15 dipendenti, senza alcun limite preesistente. Il terzo quesito prevede che nei contratti a tempo determinato di 12 mesi, debbano essere cancellate le due proroghe di 6 mesi ciascuna e poi giustificare il licenziamento. Con il quarto quesito l'impresa sarà sempre responsabile, in caso di infortunio del lavoratore, anche quando ha dato un subappalto. Il quinto e ultimo propone di ridurre la concessione della cittadinanza da 10 a 5 anni per gli stranieri residenti in Italia, anche perché spesso i tempi burocratici allungano molto l'ottenimento di questo diritto.
Il sindacalista Ciro D' Alessio ha affermato: “Il referendum non è di destra o di sinistra, al centro di questo grande momento di democrazia ci sono solo i diritti e invocare l'astensione è una vergogna, senza i referendum non avremmo avuto la Repubblica il 2 giugno del 1946 e nemmeno il divorzio e l'aborto". E ha continuato: "Una donna incinta può essere licenziata attualmente trovando una motivazione qualsiasi, e una ditta che ha un basso margine di guadagno, affidando i lavori in subappalto, fa in modo che vengano tagliati i diritti e la sicurezza dei lavoratori".
L'avvocato Lucio D' Avino, consigliere comunale e già candidato a sindaco per Oplonti Futura, ha ribadito la necessità di "votare nelle urne e non su Facebook , anche perché il diritto al voto è stato conquistato dai nostri nonni e adesso dobbiamo difenderlo noi".
È infine intervenuto l'avvocato Giovanni Mensorio, consigliere regionale eletto nel 2020 con il Centro Democratico e attualmente rappresentante dei Cristiani Democratici Uniti, presidente della commissione Affari Produttivi. "Quando si parla di lavoratori e di diritti non c'è colore politico - ha affermato - e votare a questi referendum è un atto di civiltà democratica".
Ha moderato gli interventi la dottoressa Giovanna Izzo.