Questa settimana la politica torrese ha deciso di regalarci un vero e proprio show, degno di una serie TV – con tanto di colpi di scena, sparizioni misteriose e battute degne di un copione scritto da un autore satirico.
Mercoledì 16 luglio, a Palazzo Criscuolo, il consiglio comunale ha partorito due regolamenti approvati e uno modificato per far aprire il cimitero anche un pomeriggio a settimana. Una conquista di civiltà che, detto tra noi, farà felici almeno i vivi.
Ad esporre le delibere sono state le presidenti di commissione – Francesca Caso, Sofia Donnarumma e Anella Monaco – impeccabili, eleganti e convincenti. Tutto liscio come l’olio… finché non è arrivato il momento del “plot twist”.
Lucio D’Avino, consigliere di Oplonti Futura e avvocato, ha deciso di rompere la quiete: «Scusate, ma perché i nostri emendamenti al regolamento sui servizi per la prima infanzia sono stati dichiarati inammissibili? E soprattutto… perché non ci avete neanche spiegato il motivo?».
La risposta di Sofia Donnarumma è stata da manuale del politichese creativo: «Erano troppo tecnici, non politici». Tradotto: ci avete messo dentro roba troppo seria, non sia mai che il consiglio debba occuparsene!
Poi ha aggiunto che le vere motivazioni le avrebbe fornite il dirigente competente, il quale – sempre secondo lei – le avrebbe mandate al segretario generale, al presidente del consiglio e al sindaco.
Peccato che il presidente del consiglio, Davide Alfieri, abbia preso la parola per dire: «A me non è arrivato proprio nulla». E pare che anche il segretario generale e il sindaco abbiano visto circolare più messaggi su WhatsApp che carte ufficiali. Insomma: queste famigerate motivazioni sono scomparse come calzini in lavatrice.
Il giorno dopo, Oplonti Futura ha pubblicato un comunicato stampa che suona più o meno così: «Cari amministratori, non ci prendete in giro: questa roba è l’opposto di trasparenza, partecipazione e responsabilità».
Con tanto di stoccata finale che sa di cartellino giallo (se non rosso): «Non accetteremo mai che il consiglio comunale venga svuotato del suo ruolo, né che le voci critiche vengano silenziate con strumenti opachi e pretestuosi».
La presidente Donnarumma ha replicato ribadendo la linea difensiva già collaudata: «Gli emendamenti erano troppo tecnici». Come a dire: ci dispiace, ma la “matematica” non rientra nei nostri interessi culturali.
Peccato che di norma sono quattro i motivi per dichiarare inammissibile un emendamento: se non c’entra nulla, se va contro delibere precedenti, se è presentato fuori tempo massimo o se è scritto in modo sconveniente. Stranamente, «troppo tecnico» non compare nell’elenco ufficiale. Dettagli.
E tanto per non farci mancare un déjà-vu, ricordiamo anche l’emendamento della consigliera Anastasia Quaranta (Orgoglio e Dignità) di qualche mese fa: proposto per agevolazioni fiscali, non costava un centesimo, ma fu bocciato perché – si disse – “alterava gli equilibri di bilancio”.
Un colpo di genio che più colpo di genio non si può…
GIL DARIGA