Sono 250.000 i fuochi pirotecnici sequestrati, nei giorni scorsi, dalla Guardia di Finanza di Torino nel capoluogo piemontese e destinati agli imminenti festeggiamenti per la notte dell’ultimo dell’anno.
Per diversi giorni, i Baschi Verdi del Gruppo Torino hanno osservato i movimenti di alcuni imprenditori con attività commerciali e depositi sparsi in tutta la città, dal quartiere Lingotto alla Falchera, da Barriera di Milano sino a Porta Palazzo. Ed è proprio in quest’ultima zona, nella centralissima Piazza della Repubblica, che i finanzieri hanno assistito “in diretta” all’arrivo del carico illegale di artifici pirotecnici; da qui, dopo una breve indagine, il rinvenimento degli altri depositi clandestini.
Diverse le tonnellate di fuochi accatastati in depositi sotterranei, due dei quali abilmente occultati alla vista e uno, addirittura, con le uscite di sicurezza bloccate da catene e lucchetti al punto da impedire le vie di fuga in caso di incendio.
I fuochi d’artificio, anche appartenenti alla categoria “V”,” dalla dubbia provenienza, erano sprovvisti della prescritta marcatura CE di conformità; tra questi, anche i bengala e le note “fontane luminose” in batteria che, tra l’altro, non potevano essere immagazzinate con tali pericolose modalità, anche in virtù del fatto che i depositi, ubicati in corso Vercelli, Piazza Galimberti e via Giordano Bruno, erano collocati al di sotto di alcune palazzine condominiali densamente abitate.
Otto i soggetti coinvolti nell’operazione: sono i titolari delle attività commerciali, tutti di origine cinese, che ora dovranno rispondere all’Autorità Giudiziaria di gravi omissioni in relazione alle idonee cautele da adottarsi sulla detenzione ed il deposito di materiale altamente esplodente, viste le ingenti quantità rinvenute.
Nei prossimi giorni, gli artifici pirotecnici sequestrati verranno fatti “brillare” dagli artificieri in un’apposita area attrezzata. A carico dei denunciati è stata inoltrata una segnalazione per omissione dolosa di dispositivi contro gli infortuni sul lavoro in quanto i dispositivi antincendio non erano prontamente disponibili in caso di combustione accidentale.
Sono ora in corso gli accertamenti in merito alla provenienza degli artifici pirotecnici.
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