Approvata il 9 aprile scorso dal Consiglio Provinciale del Trentino Alto Adige la legge che ha portato da due a tre, il limite dei mandati consecutivi per il Presidente della Provincia, la norma è stata oggetto di attenzione del Consiglio dei Ministri. Dopo un confronto interno e con voto contrario della Lega, il Consiglio dei Ministri ha deliberato di impugnare la legge alla Corte Costituzionale.
L’argomento è già stato affrontato dalla Suprema Corte, che recentemente ha dichiarato incostituzionale la legge regionale della Campania. Questa legge avrebbe permesso al Presidente De Luca di candidarsi per un terzo mandato. Secondo la Corte, il limite di due mandati consecutivi, pensato per tutelare l’equilibrio democratico, non può essere superato o aggirato attraverso norme regionali.
Ovviamente, il pronunciamento della Corte riguarda una Regione a Statuto ordinario, lasciando dunque aperto un margine di interpretazione per le Regioni e Province autonome, come quella di Trento, che gode di uno statuto speciale con ampie competenze legislative.
In attesa di comprendere i risvolti che avrà la vicenda e le implicazioni che l’argomento riveste nell’ambito del più ampio confronto tra le tematiche dell’autonomia speciale ed i principi costituzionali, non mancano commenti tra gli esponenti del panorama politico.
Da parte dell’opposizione si evidenzia che “Oggi il Cdm ha sancito la crisi di questa maggioranza - così il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia -. "La maggioranza di Meloni è andata in pezzi direttamente in Consiglio dei ministri", sostiene il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova.
Fonti del Governo fanno sapere che "La nostra posizione è chiara, la legge deve essere impugnata perché dal punto di vista giuridico la legge nazionale non può essere smentita da una legge regionale, anche se a statuto speciale", il commento del vicepremier e leader di FI, Antonio Tajani.