A cura della Redazione
"Quello di Fincantieri è un problema assai più vasto di quello che emerge dalla cronaca di questi giorni riportata dagli organi di informazione. Oltre al gruppo navale infatti è a rischio la sopravvivenza di altre 70 aziende che lavorano nell´indotto di 1.500 posti di lavoro che possono saltare da un giorno all´altro". E´ l´appello lanciato dal presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, all´indomani della convocazione da parte del ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, del tavolo con le parti sociali. Delle 70 aziende cantieristiche coinvolte, 62 sono state seguite da Unimpresa, che ha gestito il dialogo con i sindacati e gli enti pubblici interessati. "E´ per questo che chiediamo al ministro Romani di partecipare al tavolo di lavoro - aggiunge Longobardi - La questione va affrontata a 360 gradi e non si possono lasciare per strada pezzi rilevanti dell´imprenditoria che ruota attorno a Fincantieri". Nei mesi scorsi sono stati sottoscritti gli accordi per la cassa integrazione sia quella in deroga sia quella ordinaria. "Ma gli ammortizzatori sociali assicureranno il sostegno al reddito ai lavoratori coinvolti nella partita fino al prossimo dicembre - aggiunge il leader di Unimpresa - Insomma c’è ossigeno per altri 6-7 mesi, poi il buio. Stiamo trattando con la Regione Campania ma non ci sono spiragli per la riconversione". Tra le opzioni, per salvaguardare la galassia che ruota attorno al colosso navale di Stato, Unimpresa sta studiando l’estensione dell’operatività di Fincantieri anche alle navi turistiche. "Proposte - conclude con amarezza Longobardi - che però, finora, non sono mai state prese in seria considerazione". a cura del Servizio Ufficio Stampa Ago Press