A cura della Redazione
Rinunciare, a cuor leggero, a un lavoro da 30 mila euro è impensabile di questi tempi, con la profonda e perdurante crisi economica che sbrana i bilanci di imprese e famiglie. Eppure, a Castellammare di Stabia, è successo per cinque diverse realtà imprenditoriali. E lo scenario in cui si è sviluppato questo nuovo triste record è quello già noto alle cronache degli chalet dellAcqua della Madonna, i chioschi finiti al centro degli accertamenti della commissione daccesso presso il Comune nel 2009 e protagonisti, in negativo, di vicende che il sindaco, Luigi Bobbio, ha bollato come caratterizzate da «persistente ambiguità e vischiosità ambientale». Da due anni, lAmministrazione comunale di Castellammare di Stabia non riesce ad affidare, con i primi veri e trasparenti bandi pubblici, la gestione dei chioschi (che da questanno saranno trasformati in mini-ristoranti, dotati di cucina per la preparazione di piatti caldi). Le gare bandite dallAmministrazione comunale finiscono sistematicamente deserte, oppure le poche domande presentate sono viziate da grossolani errori tecnici. E questo si è verificato anche poche settimane fa, con lapertura di appena tre buste per lultimo bando. Nessuna offerta conforme al bando, nessuna aggiudicazione. Ciononostante, il sindaco ha deciso di proseguire sulla strada della fermezza e della coerenza con le scelte della prima ora e ha deciso di ripubblicare il bando. E, per renderlo più «attraente» per gli imprenditori interessati al progetto, che certamente non mancano a Castellammare di Stabia e nel resto della provincia, ha deciso che la demolizione delle baracche esistenti sarà effettuata a spese dallAmministrazione comunale, evitando così che i costi, come inizialmente previsto, ricadano a carico degli eventuali vincitori del bando. In questo modo, i vincitori potranno partire direttamente con linstallazione dei mini-ristoranti e lavvio dellintrapresa imprenditoriale, ottenendo un duplice vantaggio: risparmieranno tempo e soldi.
Ebbene, quando lAmministrazione comunale, con una procedura di evidenza pubblica ristretta, ha chiesto a cinque imprese dellalbo fornitori dellEnte di presentare unofferta per lopera (del valore, ripetiamo, di 30 mila euro) nessuna delle cinque imprese si è presentata.
Ovviamente, questo non ha impedito labbattimento dei manufatti, che è partito questa mattina. I lavori sono stati avviati da una ditta, già precedentemente selezionata con gara, come «lavoro aggiuntivo». Il sindaco Bobbio ha assicurato che del comportamento delle ditte gli uffici comunali terranno conto secondo le facoltà di legge.
Quanto accaduto rappresenta lennesimo fatto grave di questa vicenda che ruota attorno alla gestione degli chalet dellAcqua della Madonna e, certamente, non mi sento di pensare a un caso fortuito, ha dichiarato il primo cittadino. Nel caso sarà, comunque, utile e necessario che si occupino le competenti autorità e provvederò, quindi, a far inviare immediatamente gli atti dellevidenza pubblica allautorità giudiziaria competente per gli approfondimenti del caso. Non vè dubbio che lambiguità dello scenario e la vischiosità ambientale di cui ho già parlato abbiano trovato una nuova clamorosa evidenza. Noi andiamo avanti.
COMUNICATO