A cura della Redazione
I carabinieri hanno messo in manette il 38enne di Pompei Francesco Forte, prelevandolo presso la sua abitazione di Terzigno. L’uomo si sarebbe reso responsabile di tentativi di estorsione nei confronti di titolari d’aziende operanti sul territorio pompeiano. Forte risiedeva con la moglie in una casa sita nei pressi della rotonda di Terzigno. Si tratta presumibilmente di uno degli ultimi componenti a piede libero della cosca risalente a Ferdinando Cesarano. I militari della Compagnia di Torre Annunziata e della Stazione Carabinieri di Pompei, comandata dal maresciallo capo Tommaso Canino, il 24 novembre hanno dato esecuzione, con arresto presso la sua abitazione di Terzigno, al decreto di fermo basato su evidenti indizi di delitto criminale emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli a carico di Francesco Forte, classe 1974, originario di Pompei, ritenuto contiguo al sodalizio cammorristico “Cesarano” che per anni ha imperato nel mercato dei fiori di Ponte Perisca. I militari di Pompei hanno svolto nell’ultimo mese una lunga indagine investigativa sui movimenti del delinquente sulla base di indizi criminali appurati sul suo comportamento. Dopo i primi riscontri sono seguiti interrogatori a carico delle presunte vittime che non avevano parlato prima per paura di ritorsioni. Pressate dagli uomini dell’Arma, alla fine le potenziali vittime hanno confessato di aver ricevuto richieste di soldi dal Forte. La scusa accampata è che si doveva dare una mano “agli amici di Ponte Persica” che si trovano in carcere. I carabinieri hanno saputo che lo stesso soggetto aveva fatto analoghe richieste anni prima ad uno degli imprenditori interrogati, che però non avrebbero avuto più seguito. Nel fornire testimonianza le vittime hanno indicato anche l’automobile dell’uomo che si era reso nei loro confronti responsabile di estorsione aggravata dal metodo della camorra. Quando è stato rintracciato a Terzigno all’interno della sua abitazione, è stato rilevato che l’automobile era la stessa di quella descritta in sede di denuncia. L’Autorità Giudiziaria che ha decretato l’arresto ha gestito in parallelo le attività investigative della Stazione dei Carabinieri di Pompei accertando che, nello scorso mese di ottobre, il Forte aveva tentato di estorcere del danaro per conto delle “famiglie dei carcerati”, ad un distributore di carburanti ed a una ditta edile operanti nel centro mariano. Il delinquente pompeiano dopo l’arresto è stato trasferito presso la casa circondariale di Napoli sita a Poggioreale. A questo punto, dal momento che è stato rotto il muro dell’omertà nei riguardi dell’attività criminosa del Forte, i carabinieri proseguono sugli stessi binari dell’attività investigativa con l’obiettivo di appurare se il caso è limitato all’operare di un cane sciolto o se si è formata a Pompei (dopo i Cesarano) una nuova rete di camorristi di nuova generazione. L´auspicio è che la popolazione di Pompei collabori con le forze dell’ordine fornendo nuovi indizi sulla materia d’indagine e denunciando eventuali altri analoghi episodi riconducibili al medesimo soggetto o a suoi eventuali complici. MARIO CARDONE