A cura della Redazione
Dopo Maurizio Cipriano è Luigi Ametrano a lasciare la maggioranza prima dell’ultimo semestre amministrativo targato D’Alessio. Lo zoccolo duro della stanza dei bottoni, guidato da Carmine Cirillo ed Alfonso Conforti, è deciso a restare in sella fino alla fine. Il sindaco benedice l’operazione dalla sua finestra d’osservazione privilegiata, apparendo, mai come ora, formalmente più distaccato. Al contrario Ametrano, votando contro tutte le delibere all’ordine del giorno nel consiglio comunale del 7 ottobre, si è chiamato fuori dal gioco prima del tempo. Fra le delibere al voto figurava anche il bilancio di previsione. “Ci sono alcune voci poco chiare in quel documento”. Si è affrettato a spiegare il giovane politico pompeiano, che ha effettuato dalla sua contrastata elezione nelle liste Pdl (in un primo tempo era stato scrutinato al suo posto Arturo Sorrentino) un lungo percorso, cambiando bandiera politica più di una volta. Per cui qualche osservatore esterno all’antica lo ha accusato di opportunismo, ma lui, al contrario, si è definito un pragmatico. Vale a dire uno che decide la sua posizione di volta in volta secondo il suo modo di vedere le cose. “Per esempio non ho condiviso l’aumento Imu per le seconde e terze case”. Ha spiegato a sostegno della sua indipendenza, anche se è vero che lui (o per meglio dire il padre) di case di proprietà ne ha più di una. Prima della decisione politica finale, Ametrano ha incontrato Cirillo e gli altri. Vale a dire il gruppone degli amministratori di maggioranza (consiglieri ed assessori) meno gli amici di D’Alessio, quelli di Avino e un paio di cosiddetti indipendenti. La voce che gira minacciosa nel Palazzo è che prima della fine dell’anno potrebbe abbandonare la maggioranza anche un terzo consigliere, se non partono (come promesso) il lavori pubblici per i marciapiedi a Messigno. Al momento si tratta solo di voci perché chi esce deve avere ben chiare le idee su dove andare. E’ il caso dello stesso Ametrano che è uscito dalla maggioranza in Consiglio ma, allo stesso tempo, ha ritenuto utile lasciare aperto, nella prospettiva delle prossime elezioni amministrative, il confronto politico con il “groppone” che, se resta unito quando spunta il coniglio dal cilindro (il candidato a sindaco), ha i numeri, secondo i conteggi degli analisti dei tre bar della politica, di vincere le elezioni. MARIO CARDONE