A cura della Redazione

Il sindaco di Pompei, Ferdinando Uliano, ha aperto (ed attrezzato) un ufficio della sua segreteria presso il Comando dei Vigili Urbani. Evidentemente il sindaco boy scout intende seguire più da vicino l’andamento del corpo di polizia municipale, considerato che dopo le dimissioni di Raffaele Marra non ha un assessore delegato in questo delicato comparto. Forse non è casuale che proprio nella stessa giornata in cui Uliano, con il suo stato maggiore, si è insediato nel nuovo ufficio, parallelamente si è formato un capannello di politici contrari sul marciapiede di fronte. Composto, in parole povere, da alcuni di quei politici che  lo vogliono mandare a casa prima della scadenza del suo mandato.

Si sono “incontrati” (forse per caso, forse no) nella piazza Schettini antistante il comando dei Vigili Urbani. Parliamo, per essere chiari, anche dell’ex assessore (proprio con delega ai Vigili Urbani di Pompei nella prima fase targata D’Alessio). Lo stesso è stato protagonista dell’ingresso nell’Ufficio Tecnico del Comune nella mattinata di ieri (2 dicembre), che ha fatto scattare un esposto-denuncia da parte del sindaco che ha inteso censurare un comportamento da lui ritenuto ai limiti del rispetto del codice penale. Sempre lo stesso personaggio (Carmine Lo Sapio)  qualche giorno prima aveva convocato una conferenza stampa per stigmatizzare alcune direttive nella gestione del personale comunale (in particolare i Vigili Urbani) dettate dallo stesso Uliano sulla base di principi quali  la legalità ed il rispetto della privacy.

Al contrario, sul versante opposto detta normativa è stata vista come un ostacolo  alla trasparenza. Alla fine  è  in corso un gioco di posizione (una specie di partita a scacchi con pedine viventi) tra sindaco di Pompei ed il suo apparente antagonista, dal momento che mentre Uliano (anche fortemente contestato) gode di un mandato elettorale di cui il suo presunto antagonista non è in possesso (al contrario della dalla precorsa gestione amministrativa D’Alessio 2,  in cui Lo Sapio coordinava tre consiglieri comunali che si costituirono in gruppo politico). L’opposizione a Pompei ha molte anime che si scoprono unite esclusivamente quando l’argomento è licenziare il sindaco di Pompei, mentre si divide inesorabilmente nelle decisioni propositive. Vale  come esempio il recente caso dell’elezione dei componenti della Commissione Paesaggistica. Lo Sapio è consapevole di questa realtà tanto è vero che si è accreditato come soggetto pubblico nelle veste di esponente del direttivo provinciale del Partito Democratico. Se non fosse che anche  quell’incarico è appannato dalla conflittualità interna allo stesso partito che notoriamente ha portato al commissariamento della segreteria cittadina. Ne consegue che Lo Sapio non può (o non potrebbe) definirsi l’esponente provinciale di un ceto dirigente a livello locale che non esiste più.