A cura della Redazione

Il dibattito nell’ultima assise comunale di Pompei ha visto la protesta dei dipendenti dell’ospizio comunale che vantano arretrati e temono di perdere il posto di lavoro con lo stato della messa in liquidazione della loro azienda. 

Non si sa a quanto ammonta il deficit della Casa di Riposo "Borrelli". C’è chi lo valuta 400 mila euro, chi 600 mila, chi arriva ad ipotizzare la cifra di un milione. Mancano dati oggettivi perché, come ha spiegato nel corso del Consiglio comunale l’assessore al comparto, Santa Cascone, gli amministratori della società Aspide (da cui dipende la Casa di Riposo) degli ultimi due anni si rifiutano di redigere i bilanci di loro competenza perché non sono stati retribuiti dall’Ente. 

Una paralisi che si ripercuote sul funzionamento della struttura con riflessi che si possono immaginare sulla salute fisica e psicologica degli ospiti. Gli anziani che risiedono nell’ospizio comunale (nato come Ente di beneficenza) convivono con un’annosa vertenza dei dipendenti che giustamente protestano perché si vedono messi all’ultima pagina nell’agenda delle priorità del Comune di Pompei, dal momento che, recentemente, per salvare la barca che affondava, l’Amministrazione del sindaco Uliano ha deciso di spendere 120 mila euro (non preventivati) per le feste di Natale, mentre non si parla dei loro arretrati. L’assessore Cascone è, per sua scelta personale, una politica che non rilascia pubbliche dichiarazioni. La conseguenza è che sue parole bisogna interpretarle come fossero un oracolo. Nel corso del suo ultimo intervento ha detto che l’operazione programmata di liquidazione della Casa di Riposo è iniziativa pensata a difesa degli interessi dei dipendenti della struttura. Come mai gli interessati la pensano esattamente all’opposto? 

A dimostrazione di ciò, vale la decisione presa di aver ingaggiato un legale per diffidare l’esecutivo pompeiano nel proseguire nell’iniziativa. Una scelta, quella dell’amministratore unico, considerata come il primo passo di un percorso che i dipendenti ritengono dannoso per i loro interessi e quelli della comunità di anziani che assistono, perché dovrebbero essere le disponibilità rivenienti dalle rendite degli immobili, lasciati in eredità da una benefattrice, a far fronte alla maggior parte delle uscite collegate ai costi di gestione. Se  questi soldi delle rendite sono venuti a mancare o hanno preso un'altra direzione, qualcuno dovrà risponderne nei confronti della magistratura. 

Sempre l'assessore Cascone ha fatto presente che in un primo tempo  il dirigente Venenzio Vitiello (licenziato per misure disciplinari) stava cercando (con qualche parziale successo) di rimettere in sesto i conti della Casa di Riposo. Una rivelazione che chiarisce il disappunto (tenuto celato al corpo elettorale e negato con un manifesto) della componente politica che rappresenta nell’esecutivo alla notizia del provvedimento di licenziamento nei confronti di Vitiello, come a voler dire: ”si licenzia chi ha dimostrato nei fatti concreti di operare nell’interesse della comunità pompeiana”. Tutto questo, in un contesto di degrado politico devastante, dove sembrano essere altri i versanti che sarebbe stato opportuno aggredire.