A cura della Redazione

Se i sindaci hanno lasciato solo Ferdinando Uliano nella sua contestazione contro la realizzazione dell’Hub ferroviario a Pompei, che dopo la prima sfuriata ha preso toni più costruttivi e moderati; se l’Arcivescovo Caputo ha preso le distanze dal sindaco di Pompei argomentando a sua volta che è il caso, prima, di approfondire i dettagli del progetto governativo, ricordando a chi di dovere che oltre alla Pompei culturale degli Scavi esiste anche quella religiosa e sociale di Bartolo Longo, un sostegno importante (e probabilmente inatteso) è arrivato al sindaco boy scout da Angelo Pica, presidente del consorzio Costa del Vesuvio, uno che sente ora per ora il polso agli imprenditori vesuviani del turismo (quelli di tutto il territorio costiero-vesuviano e non solo di Pompei).

«In merito al progetto relativo all’Hub ferroviario di Pompei, il Consorzio Costa del Vesuvio esprime tutta la propria contrarierà - fa sapere Pica senza usare mezzi termini -. L’idea di fare crescere il turismo a Pompei e nella Costa del Vesuvio attraverso la creazione di una stazione ferroviaria che si colleghi direttamente agli Scavi, escludendo la città, è totalmente sbagliata e priva di qualsiasi analisi di flussi turistici ed economici».

Il parere del presidente del consorzio di imprenditori che operano sul territorio che va da Portici a Pompei, è convinto che con la creazione di un polo ferroviario tra Fs ed Eav si finirebbe con l’aumentare le statistiche del turismo "mordi e fuggi", senza benefici  per l’economia del comprensorio. Le proposte alternative del presidente Angelo Pica sono la messa in sicurezza del territorio, con particolare riguardo alle aree contigue alle eccellenze archeologiche e storiche (buffer zone); il miglioramento dell’offerta alberghiera, un sistema di trasporti adeguato ed efficace, un cartellone di eventi culturali di qualità che si sviluppi nell'arco di un intero anno, valorizzando beni culturali unici al mondo quali il Teatro Grande di Pompei e le Ville Vesuviane del ‘700. «Si tratta di interventi - spiega ancora Pica - molto più ampi e produttivi di cambiamento del tessuto urbano ed economico».

Occorre peraltro, come chiesto inutilmente da tempo, coinvolgere gli imprenditori del territorio nel comitato di gestione del progetto Grande Pompei, come espressamente previsto dal decreto finora clamorosamente inapplicato, per evitare che nuovi “progetti monstre” vengano calati dall’alto per fare altri danni ad un territorio già martoriato. «Sono pronto a dimettermi - annuncia il presidente Pica - se le nostre istanze continueranno ad essere ignorate dalla politica».