A cura della Redazione

«Fino a quando sarò il l’assessore all’Urbanistica non si dovrà parlare d’impianto di cremazione a Pompei».

Con queste parole l’assessore Santa Cascone ha annunciato che è stato cancellato dalle opere pluriennali, per l'appunto, l’impianto di cremazione che si doveva peraltro realizzare con il project financing. Vale a dire senza bisogno per il Comune di stipulare un mutuo, e di conseguenza senza oneri per i pompeiani. 

La dichiarazione dell’esponente dell’esecutivo Uliano non è stata ancora commentata perché alla gente interessava di più sapere quali fossero le opere pubbliche e le tasse previste per il 2016. L’argomento della forma di sepoltura riveste grande importanza per le famiglie che, dopo il clamoroso flop dei loculi della passata Amministrazione, avevano coltivato la speranza di risolvere con la pratica dell’incenerimento della salma la questione relativa al caro estinto.

Senza voler scrivere un trattato sulla problematica, è chiaro a tutti che ridurre a cenere la salma rappresenta una forma di conservazione della memoria dei parenti che per una serie di motivi (tra i quali la mancanza di spazio nei cimiteri) sta ricevendo sempre più applicazioni. 

Molte delle scelte in materia di onoranze funebri rientrano nelle convinzioni culturali, un mix tra tradizione e religione. Sul nostro territorio è prevalente la tradizione cattolica d’interrare la salma per trasferirla in una nicchia dopo la consunzione. Attività spesso gestita da confraternite in un ambito pubblico sotto il controllo del Comune, che a Pompei ne ha anche recentemente ripreso la gestione perché l’appalto a privati dei servizi si è rivelato costoso ed inadeguato.

E’ cronaca recente l’indignazione popolare che ha portato al cambiamento e che il ceto dirigente abbia fatto campagna elettorale anche sul ritorno del cimitero di Pompei nella sfera pubblica.

Ne consegue che Santa Cascone, che è stata uno dei capi di questa "rivolta popolare", intende ora portare a compimento il suo mandato tenendo fede a quanto era stato promesso. Se la sua iniziativa politica si spinge anche contro  il sistema d’incenerimento, il discorso cambia perché non si parla più, in questo caso, di attuazione di un programma amministrativo ma di rispetto di diritti civili.

Molti fanno presente che la mancanza di un impianto d’incenerimento a Pompei fa lievitare la spesa delle onoranze funebri per quanti intendono ricorrervi e si trovano costretti a rivolgersi altrove.

Tornando al rispetto dei diritti civili, in molti hanno fatto presente che la dichiarazione della tumultuosa assessora getta un’ombra sull’apertura sociale della sindacatura Uliano che in qualche caso (esempio, sulle unioni civili) è stata all’avanguardia mentre sulle forme delle onoranze dei defunti rischia di diventare il fanalino di coda.

Il problema è che la parità dei diritti riguarda le scelte di vita ma anche quelle attinenti la fine dell’esistenza. Chi si dimostra aperto solo su un versante rischia d’ingenerare il sospetto di essere esclusivamente comprensivo verso le forme di libertà che lo interessano di persona.   

twitter: @MarioCardone2

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