Il Santuario di Pompei, in un comunicato, ha difeso l’impegno educativo a favore dei ragazzi del territorio argomentando che ogni anno centinaia di loro vengono accolti nei Centri diurni e che nuovi progetti sono in cantiere per il 2018. E’ nei fatti una risposta al commento della notizia che sono stati tenuti recentemente gli ultimi esami di Stato delle scuole superiori dell’Istituto “Bartolo Longo”. Viene così, con la chiusura di questa gloriosa scuola, tagliato un pezzo dell’attività finora svolta dalla Chiesa di Pompei sul versante dell’impegno rivolto alla formazione dei giovani.
Parallelamente prosegue “l’impegno educativo del Santuario di Pompei nel solco tracciato dal Beato fondatore”. Come attesta nel suo comunicato, la Chiesa di Pompei ha spiegato che il Centro di accoglienza oratoriale semiresidenziale “Bartolo Longo”, guidato dai Fratelli delle Scuole Cristiane, proseguirà negli anni prossimi in attività in favore dei bambini e degli adolescenti vittime del disagio economico e sociale. Si tratta complessivamente di circa 200 ragazzi che studiano, giocano, imparano a relazionarsi con gli altri, si avvicinano alla pratica musicale (molti entrano nel Complesso bandistico “Bartolo Longo-Città di Pompei”).
“È un’opera di carità preziosa che continuerà ad operare”, assicura la direzione del Santuario di Pompei. Si tratta del Centro diurno “Crescere insieme”, presso il Centro educativo “Beata Vergine” gestito dalle Suore Domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”, che accoglie 50 ragazzi con problemi socio-economici. In conclusione proseguiranno le attività di scuola dell’Infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado (circa 500 allievi in tutto) mentre chiuderà i battenti la scuola secondaria di secondo grado, quella che conferisce l’istruzione didattica o professionale che serve all’inserimento lavorativo dei giovani. Il Santuario ha così giustificato la chiusura: “E’ una decisione che si è resa inevitabile per la mancanza di iscrizioni. Nonostante questo, il Santuario di Pompei sta lavorando ad un progetto, denominato “Un mestiere per il futuro”, per garantire quattro laboratori di formazione per avviare ragazzi e ragazze, dai 16 ai 18 anni, ai lavori di falegname, idraulico, estetista e parrucchiere”. Precisato che riguardo alle prospettive di nuove iscrizioni ci sono molti operatori del settore che la pensano diversamente, restano da rimarcare le buone intenzioni manifestate nel comunicato stampa, con l’auspicio che la formazione professionale possa essere indirizzata anche verso mestieri moderni. Non solo quelli professionali.
twitter: @MarioCardone2
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