A cura della Redazione

«Caro sindaco, auguri di buon lavoro». Comincia con queste parole la lettera al sindaco di Pompei, Pietro Amitrano (nella foto), del dinamico edicolante pompeiano Giuseppe Artuso, che facendosi interprete delle aspirazioni dei suoi concittadini ha fatto sapere al primno cittadino che molti di loro sperano che la sua edicola possa ritornare nella piazza centrale di Pompei. Vale a dire davanti alla facciata di Palazzo de Fusco (sede del Municipio). Lo desidera anche lui (il nostro Artuso) dal momento che gli affari non gli sono andati più bene da quando l’ex sindaco di Pompei Claudio d’Alessio gli diede lo sfratto.

Artuso da allora, confinato in piazza Schettini (poco distante) ha cominciato la sua battaglia legale, politica e civile contro l’Amministrazione di Pompei. A dire la verità il successore di D’Alessio alla carica di primo cittadino, Ferdinando Uliano, gli aveva promesso di restituirgli il vecchio chiosco in piazza Bartolo Longo ma non ha avuto il tempo per mettere in pratica le sue buone intenzioni perché è stato mandato a casa prima della scadenza naturale del suo mandato.

«I pompeiani hanno un bisogno urgente di un chiosco per la vendita di giornali al centro della città - continua Artuso -. Pellegrini e turisti lamentano e criticano la mancanza di un tempietto dell'informazione», sostiene a ragione l'edicolante, che nel frattempo, confinato in un angolo di Pompei, poco frequentato dai lettori di riviste e quotidiani, ha visto scendere il suo giro d’affari vorticosamente fino ad essere costretto alla chiusura dell’azienda. Nel frattempo, per completezza d’informazione, ha subito due rapine. «Nel Palazzo, tutti sapevano benissimo che piazzale Schettini era un luogo degradato e fallimentare», conclude polemicamente Artuso, che ha chiesto al neo sindaco Amitrano, che non l’ha ancora ricevuto, di farlo tornare all’antica sede. Ma nel frattempo che fine ha fatto il suo vecchio chiosco? Questo è un altro problema che potrebbe suscitare nuove polemiche.  

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