A cura della Redazione

L’Associazione Pompeiana Affittacamere Bad & Breakfast di Pompei, del presidente Roberto Sbrizzi, smentisce, in un secco comunicato, i contenuti del cosiddetto scandalo dei b&b a luci rosse e abasso costo. «E’ il classico titolone senza fondamento, supportato da scarse idee». E' l’opinione del rappresentante pompeiano della categoria dei piccoli operatori dell’ospitalità, operativi sulla base della forza esclusiva e del patrimonio del nucleo familiare nell’ospitalità turistica a tariffa economica. «Non si comprende la valenza di una tesi mancante di contenuti ma basata esclusivamente su su denunce generiche - sostiene Sbrizzi -. Al contrario, la realtà dei b&b di Pompei è fatta da operatori che hanno messo in gioco molto, se non tutto, per assecondare la vocazione dell’accoglienza che è nel loro DNA».

La formula d’impresa di strutture ricettive di piccole dimensioni ha consentito a tanti pompeiani di realizzare il loro sogno in modo onesto e dignitoso. Ecco perché l’APABB, nel suo comunicato, respinge al mittente il fango che è stato lanciato sull'intera categoria di b&b, case vacanze e le altre strutture ricettive di Pompei e sull'operato degli amministratori comunali. Del resto il comparto non risponderebbe dell’operato (tutto da dimostrare) di eventuali sprovveduti che con le loro condotte illegali avrebbero offeso la dignità della categoria. In conclusione: se la notizia dei b&b a luci rosse dovesse incontrare qualche fondamento, l’associazione pompeiana di settore ne prenderà le dovute distanze perché si tratterebbe di una denuncia che non riflette il modus operandi della stragrande maggioranza della categoria.

Agostino Ingenito, presidente dell'Abbac (Associazione dei bed&breakfast, affittacamere e case vacanze della Campania) da parte sua difende i risultati dell’inchiesta operata dalla sua associazione che sarebbe il risultato della verifica minuziosa di dati incrociati su contatti avviati via web tra operatori ed utenti. Indagine realizzata sulla base di un campione di centinaia di strutture ricettive dell’area vesuviana. Questi riscontri avrebbero fatto scaturire denunce dettagliate inoltrate alle forze dell’ordine. L'Abbac, secondo il suo presidente, avrebbe perciò segnalato l'utilizzo improprio di strutture che opererebbero come case d’appuntamento anche se fino ad oggi, presso i Comandi di Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale di Pompei, non risulta ancora pervenuta alcuna comunicazione a riguardo.

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