A cura della Redazione
La Villa di Poppea ad Oplontis mette in bella mostra, in occasione della primavera turistica campana, gli stessi giardini di 2000 anni fa, lanciando il sito archeologico di Torre Annunziata tra le mete culturali e naturalistiche della Baia di Napoli. L’iniziativa è frutto delle indagini botaniche del Laboratorio di ricerche applicate della Soprintendenza di Napoli e Pompei. Il sito archeologico di Oplontis è stato valorizzato dalla cornice lussureggiante dei giardini, studiati a partire dagli scavi anni ´70, con le analisi dei pollini. La ricerca dei semi di una decina di specie spontanee ed il loro ‘miscuglio’ é riproposto al pubblico nell’aiuola ‘dei grandi calchi’. Grazie a questa iniziativa, il turista che visita Oplontis può rivivere la magia della Villa di Poppea con l’innovativo percorso ‘tra archeologia e natura’, tema dell’iniziativa finanziata dalla Regione Campania in nove siti della SANP. Ad Oplontis sabato 25 aprile (ore 12), é prevista la ‘lettura classica’ dell’attrice del teatro Mercadante di Napoli Cristina Donadio, ingresso gratuito fino all’esaurimento dei posti. Saranno letti brani di Omero, Virgilio, Ovidio, Fedro, Marziale, Petronio. "Oltre al cosiddetto Prato della Villa imperiale si potranno ammirare tracce di vegetazione di epoca romana, come il ricco apparato di giardini e aiuole risalenti al I sec. A. C., coltivati a roseti e alberi da frutta, platani, oleandri e limoni, e ancora piante da vaso, fiori e piante rampicanti – ha spiegato l’arche-biologa Annamaria Ciarallo, direttrice del Laboratorio della SANP -. Vecchi olivi e melograni a cespugli, di cui è possibile vedere i calchi, sono nella parte più antica del sito per la produzione di olio di oliva, come dimostra il grande dolio, interrato all’angolo del porticato. Nella Villa furono create aiuole, delimitate da una siepe di cannucce, con alberi da frutta. Ad est ancora alberi con un roseto verso il porticato. Nel viridario sono state rinvenute le radici carbonizzate di 3 alberi da frutta mentre nel piccolo portico adiacente alle terme, la vasca centrale è racchiusa in un’aiuola con piante in vaso. Un grande albero di castagno era al centro del grande viridario del quartiere servile. Per gli antichi era inconcepibile l’abbattimento di un albero, perciò la fontana fu adattata al suo tronco. La parte orientale della villa é aperta su un giardino-porticato con piscina centrale, con ai lati piccole aiuole con fiori. Lungo la piscina, platani con il filare interrotto da due oleandri e da due limoni, che aprivano la vista sul giardino. Sul lato sud della piscina c’era un pergolato, dopo veniva una fila di vasetti con piante rampicanti attorcigliate alle colonne". MARIO CARDONE