A cura della Redazione

Si ripete il miracolo di San Gennaro. Nel giorno della celebrazione dellla festività del Patrono di Napoli e della Campania, il sangue del Santo si è sciolto alle ore 10.05. L'ampolla è stata sollevata e mostrata ai fedeli dal cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, nel corso della liturgia celebrata nella Cattederale della città.

I napoletani possono così tirare un sospiro di sollievo. Lo scioglimento del sangue infatti è considerato di buon auspicio.

Alla cerimonia erano presenti anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, il Prefetto Carmela Pagano e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

«Gioiamo commossi dinanzi a questo evento straordinario - ha detto il cardinale Sepe nella sua omelia -. E per questo ringraziamo Dio. Questa è la festa di tutta Napoli e della Campania. San Gennaro ci invita a guardare alla città come centro del nostro interesse, del nostro amore. Napoli è di San Gennaro. Il Santo l'ha scelta, la protegge e la ama. Napoli va amata come l'ama San Gennaro. Guardando alla città, il nostro sguardo deve andare oltre la cronaca, continua condanna per Napoli. Non vogliamo chiudere gli occhi dinanzi alla violenza, alle vittime della violenza. Guardiamo però anche ai carnefici che mandano la loro umanità in cenere. La violenza avvelena i pozzi di quelle acque pulite di cui Napoli è ricca».

Il cardinale ha poi posto l'accento sui fenomeni delle babygang e delle «stese». «San Gennaro, per l'attualità del suo messaggio di fede, per la sua familiarità premurosa, è un Santo giovane che parla a tutti, che ama particolarmente i giovani - ha affermato ancora Sepe -. Sono loro che chiedono oggi di svolgere un ruolo di protagonisti. Non un giovanilismo superficiale, non sono una moda. Chi si rivolge a essi in maniera strumentale ha poca strada davanti a sé. Sono l'incarnazione della speranza, che va oltre la questione anagrafica. Ad essi toccano le prime porte in faccia della vita. La delusione dei giovani non può che essere anche la delusione delle nostre città. Sono sconfitti se la città per prima fa a meno della sua risorsa più preziosa, la gioventù. Oltre 700mila giovani hanno lasciato Napoli e il Sud. Siamo allo spopolamento, alla desertificazione umana delle nostre comunità e delle nostre città; all'invecchiamento della società con mancanza di prospettive e sviluppo. Quando un giovane è costretto a voltare le spalle alla propria terra, è una sconfitta per tutti. Oggi c'è l'emigrazione delle menti. E anche in questo caso il contributo di Napoli è alto. Dinanzi a questo dramma sociale a nessuno è concesso tenere gli occhi chiusi. Dobbiamo fare il meglio per i nostri giovani, anche in nome di San Gennaro. Dire che "sono il futuro" è ambiguo e riduttivo. Devono essere il presente, perché senza di loro non si costruisce alcun futuro. Insieme a San Gennaro c'è un giovane che interpella Napoli dal più alto dei profili. Il 14 ottobre Papa Francesco proclamerà Santo il Beato Nunzio Sulprizio, un giovane abruzzese che visse a Napoli dall'età di 15 anni. Paolo VI lo indicò come modello dei giovani operai. Fu testimone della solidarietà e dell'amore della comunità napoletana. Il cuore grande di Napoli non è e non sarà mai una favola. Napoli è verità e bellezza. Dio beneica Napoli e tutta la Campania», ha concluso il cardinale Sepe.

Lieve malore, poi, per il Prelato, che non ha condotto l'ampolla all'esterno del Duomo come da tradizione. Tutto rientrato, alla fine. Potrebbe essere stato il caldo.

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