A cura della Redazione

Ancora il personale sanitario vittima di aggressioni folli negli ospedali. Questa volta è toccato a medici e infermieri del Pronto Soccorso dell'Ospedale Evangelico Betania a Ponticelli, periferia di Napoli.

“Le aggressioni non si contano più - denuncia Luciano cirica, direttore generale del presidio sanitario -. C’è un’escalation che dura da troppi mesi e deve essere fermata. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e le istituzioni, potrebbe essere utile, come per gli infortuni e le morti sul lavoro, attivare un monitoraggio e rendicontarle numericamente anche attraverso i media. Un segnale significativo, almeno per alcuni presìdi, potrebbe essere la riattivazione di un drappello di Polizia”.

L'ultimo episodio, in ordine di tempo, risale a giovedì scorso. Un uomo, stanco di aspettare l’esito della visita alla moglie giuta in codice verde per una "crisi isterica post-litigio con il compagno", ha devastato la sala d’attesa del P.S. rompendo a calci e pugni una porta e diverse suppellettili, inveendo e minacciando medici, infermieri e vigilanti. "Dall’inizio dell’anno - prosegue Cirica - si sono avuti oltre 30 episodi di violenza di cui 8, quelli più gravi, sono oggetto di procedimenti penali. Il personale sanitario deve avere la possibilità di lavorare serenamente soprattutto in luoghi delicati come il Pronto Soccorso, dove di frequente vengono effettuati interventi salvavita. Ogni volta che si verifica un episodio del genere ci sono ripercussioni sull’organizzazione del servizio e anche economiche. È un fenomeno che non si è fermato neanche durante la pandemia. Bisogna intervenire con fermezza", conclude Cirica.

Il Pronto Soccorso dell’Ospedale Evangelico Betania dove arrivano oltre 50mila pazienti all’anno, attraverso il 118 o direttamente, è sede anche di Pronto soccorso ostetrico-ginecologico, raggiunto ogni giorno da decine di partorienti e donne in difficoltà.