A cura della Redazione
Il dramma dell’emergenza rifiuti che ha colpito la Campania, e quindi anche Torre Annunziata, è sotto gli occhi di tutti. Ma esiste un’altra emergenza, diversa dai cumuli di spazzatura che si vedono per le strade. E’ più silenziosa, più subdola e pericolosa: è quella dei rifiuti tossici! Da anni, con la complicità di persone senza scrupoli, questi veleni “seppelliti” in zone abbandonate ma anche in aree coltivate o in prossimità di centri abitati, inquinano la nostra regione. Rappresentano una vera e propria bomba ecologica, che esplode quotidianamente senza far sentire il suo boato, e che entra perfino nei nostri corpi attraverso la catena alimentare (non dimentichiamo che su quei terreni pascolano animali e si producono frutta e ortaggi). Andrea D’Ambrosio (nella foto, in visita alla nostra redazione), giovane regista salernitano, ha documentato questa tragedia in un suo film dal titolo “Biùtiful cauntri”. Come è nata l’idea di realizzare questo documentario di così scottante attualità? «Da un incontro tra me, la montatrice Esmeralda Calabria, che ha lavorato anche per film come “Romanzo criminale” e “Il Caimano”, e Peppe Ruggiero, uno degli estensori del dossier ecomafia di Legambiente. Insieme abbiamo prima scritto un libro, dal quale è stato tratto l’omonimo documentario su questa mattanza ambientale in Campania». Quando è uscito nelle sale? «Il 7 marzo scorso. Nei giorni scorsi, inoltre, è stato proiettato al Cinema Politeama di Torre, prima per la scuola media “Alfieri-Manzoni” e per gli istituti superiori “Cesàro” e “de Chirico”. Poi, anche i cittadini torresi hanno potuto vedere il film alla presenza del sindaco Giosuè Starita, del Procuratore Diego Marmo e del presidente regionale di Legambiente, Michele Buonomo. Tutto ciò è stato possibile grazie all’interessamento dell’associazione Sicu.Mera, presieduta da Rosa Vitiello, e dell’avvocato ambientalista Aldo Avvisati. Un sodalizio che dal 2008 è affiliato al gruppo “Amici del cigno” di Legambiente». Sono previste altre proiezioni? «Certamente. Il documentario è stato già proiettato a Rotterdam e Londra, il 28 maggio lo sarà a Parigi, a giugno a New York e Monaco. Infine, sarà visto al Parlamento europeo, a Bruxelles, per sensibilizzare anche questa importantissima istituzione sul problema dei rifiuti tossici in Campania». Come è stato articolato il documentario? «In due parti. Nella prima, Raffaele Del Giudice, educatore ambientale che vive a Qualiano e trascorre la sua vita alla ricerca di discariche abusive, ha denunciato con forza la presenza in diversi luoghi di rifiuti tossici e pertanto pericolosi». E nella seconda? «Prendono parte al filmato agricoltori ed allevatori, che mettono in evidenza l’inquinamento dei terreni coltivati e la morìa di pecore a causa della diossina, degli scarichi della Montefibre e dei rifiuti velenosi cosparsi dappertutto nelle zone che fanno da scenario al film». Se non sbaglio, ci sono anche rivelazioni scottanti... «Sì, sono quelle del sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Donato Ceglie, che spiega il meccanismo dell’ecomafia attraverso intercettazioni telefoniche tra imprenditori del Nord e camorristi del Sud, per smaltire le tonnellate di rifiuti pericolosi nella nostra regione». Ci può raccontare, in conclusione, qualche particolare inedito?«Il libro “Gomorra” di Roberto Saviano, che ha posto all’attenzione dell’opinione pubblica anche gli interessi della camorra nello smaltimento dei rifiuti tossici, ha preso spunto proprio dal dossier di Legambiente sulle ecomafie. E a pagina 21 del libro “Biùtiful cauntri”, è richiamato anche l’assassinio del giornalista Giancarlo Siani». SALVATORE CARDONE