A cura della Redazione
A Torre Annunziata, in controtendenza rispetto agli altri paesi vesuviani limitrofi, si afferma Vincenzo De Luca (nella foto). Questo il dato principale delle elezioni regionali nella nostra città. Il candidato presidente del centrosinistra ha ottenuto 10.575 preferenze (quasi il 53 per cento), a fronte delle 8.985 di Stefano Caldoro (attestatosi al 44,95 per cento), il neo governatore della Campania. Significativo anche il raffronto tra le due coalizioni. Ad affermarsi, in quelllo che viene considerato il "fortino" della sinistra, quale è Torre Annunziata, è la coalizione di centrodestra, con oltre 900 voti in più rispetto allo schieramento di centrosinistra (8.808 a 9.773). Un dato, quest´ultimo, che deve far riflettere i partiti del centrosinistra oplontino. Ciò significa che l´effetto De Luca ha avuto maggiore incidenza sull´elettorato, considerato che il sindaco di Salerno ha ricevuto ben 1.727 preferenze in più rispetto ai partiti dello schieramento che lo sosteneva. Al contrario, invece, nel centrodestra ha prevalso il voto disgiunto a favore di De Luca, e Caldoro ha ottenuto meno voti rispetto alle liste che lo appoggiavano. Superano di poco l´1 per cento gli altri due sfidanti alla Presidenza della Regione, Roberto Fico del MoVimento Cinque Stelle di Beppe Grillo (196 preferenze), e Paolo Ferrero, Federazione della Sinistra (220 voti). Tra i partiti, il raffronto più prossimo può essere effettuato con le elezioni provinciali del 2009. Il Partito Democratico, che si conferma la prima lista cittadina, incrementa il bottino di preferenze, passando dalle 4.537 delle Provinciali alle 5.497 delle Regionali. Dimezzato il risultato dell´Italia dei Valori, che ottenne 2.285 voti alle Provinciali, mentre alle Regionali si è attestata sulle 1.129 preferenze. Da considerare, però, l´effetto traino dell´allora candidato consigliere provinciale Antonio Gagliardi, che portò il partito di Di Pietro a raggiungere la percentuale altissima del 12,7 per cento. Sinistra Ecologia e Libertà passa dai 1.208 voti delle Provinciali ai 555 di quest´anno. L´Api di Rutelli, simbolo comparso per la prima volta in questa tornata elettorale, ottiene 1.369 preferenze. La Federazione della Sinistra, formata da Rifondazione e Comunisti Italiani, perde consensi, passando dai 303 voti del 2009 ai 220 delle Regionali. Nel centrodestra, Il Popolo della Libertà cresce di oltre 3 punti percentuali, attestandosi su 3.804 preferenze (nel 2009 erano state 3.038). L´Udeur di Mastella ottiene 105 voti in più rispetto al 2009 (da 122 a 227). Balzo di quasi mille preferenze per l´UdC di Casini, che racimola 2.198 voti a fronte dei 1.216 del 2009. In questo caso, a fare da traino la candidatura del sindaco di Boscotrecase, nonché dirigente sanitario dell´Asl Na 3, Agnese Borrelli. Esattamente l´opposto per la coalizione formata da MpA e Nuovo Psi, che nel 2009 raggiunsero quota 1.787, mentre quest´anno si fermano a 776 preferenze. Anche in questo caso, come per l´IdV, bisogna considerare il fatto che allora era candidato consigliere provinciale Enrico Boccia, oltra al fatto che Raffaele Sentiero, candidato alle Regionali tra le fila di Noi Sud, era componente del Movimento per le Autonomie. E proprio Sentiero, presidente del Consiglio comunale torrese, sperava nell´elezione alla Regione. E, alla fine, ce l´ha fatta. Sebbene con un margine risicato, Sentiero ha vinto la sua "battaglia" contro Francesco Barbato per un pugno di voti (appena 8). Ma è bastato a farlo eleggere consigliere regionale. Ridotti di un terzo i voti di Alleanza di Centro e Democrazia Cristiana, che nel 2009 toccarono quota 1.230 preferenze, mentre quest´anno si fermano a 443. Ultimo dato quello relativo all´affluenza alle urne. A votare si è recato poco più della metà degli elettori, il 57 per cento. Nel 2005, la percentuale era stata di oltre il 77 per cento, anche se bisgona considerare le concomitanti elezioni comunali. Facendo un raffronto con le elezioni provinciali del 2009, i votanti sono cresciuti del 3 per cento, nonostante che per le Regionali 2010 gli iscritti al voto fossero in numero inferiore.