A cura della Redazione

Sono 32 i candidati alle prossime elezioni amministrative impresentabili, ovvero che non sono in linea con il codice di autoregolamentazione, per la Commissione Antimafia. La commissione ha segnalato anche la presenza di 13 nomi nelle liste che hanno già ricoperto il ruolo di sindaco o di componente della giunta in sette comuni sciolti per infiltrazioni mafiose.

A comunicare i nomi è stata la presidente della commissione Chiara Colosimo (nella foto) nel corso dell'audizione a Palazzo San Macuto. La Direzione nazionale antimafia aveva segnalato 71 nomi resi noti in seguito all'esame di verifica della Direzione nazionale antimafia. Tuttavia, di questi, sono in totale 45 quelli che sono stati ritenuti dalla commissione in "conflitto" con il codice.

Come abbiamo detto sopra, la Commissione ha giudicato impresentabili anche sindaco e assessori che facevano parte delle giunte sciolte per infiltrazioni camorristiche, anche se a loro carico non ci sono provvedimenti giudiziari e né sono indagati. Solo una questione di opportunità. Tra questi 7 dell’area Vesuviana: Tommaso Andreoli, sindaco di San Giuseppe vesuviano, insieme agli assessori Silvia Annunziata, Enrico Ghirelli, Marica Miranda e Nunzio Zurino. E poi Luigi Cirillo, assessore del comune di Torre Annunziata; Amita Umile, assessore al comune di Castellammare di Stabia.

La loro posizione viola il codice di autoregolamentazione, ma ciò non impedisce che si candidino, se le loro formazioni di appartenenza non aderiscono al codice. 

Come è andata in passato: tra gli impresentabili alcuni nomi eccellenti

Ma come è andata in passato? Tra gli impresentabili alcuni nomi eccellenti campani.

Era il 29 maggio 2015 quando la medesima commissione, allora presieduta dall’esponente del Partito democratico Rosy Bindi, pubblicò la lista dei 16 impresentabili alle elezioni regionali che si sarebbero tenute due giorni dopo. Tra loro Vincenzo De Luca candidato presidente per la Campania. Su di lui pendeva un giudizio per il reato di concussione continuata commesso dal maggio 1998 e con “condotta in corso” (e altri delitti, quali abuso d’ufficio, truffa aggravata, associazione per delinquere). La successiva udienza ci sarebbe stata il 23 giugno dello stesso anno. La Procura di Salerno aveva comunicato che De Luca «ha rinunciato alla prescrizione relativamente ai delitti per i quali era maturato il relativo decorso» che sarebbe scattata nel 2012. De Luca fu comunque eletto ma ci fu una feroce polemica con la Bindi, accusata di avergli fatto perdere il 2% dei voti e di aver compiuto una campagna di aggressione per mettere in difficoltà il Governo Renzi. Nel 2016 ottenne l’assoluzione perché il fatto non sussiste, pronunciata su richiesta della stessa Procura e incassò dopo 18 anni di processo la sentenza che lo riabilitava con formula piena da tutte le accuse.

Tra gli impresentabili c’era anche il medico Sergio Nappi della lista Caldoro Presidente, circoscrizione Avellino, rinviato a giudizio per tentata concussione e altro quale sindaco del comune di Monteforte Irpino. L’udienza successiva era fissata per il 18 novembre 2015. Nappi era stato consigliere regionale della Campania dal 2010 al 2015. «La mia faccia e il mio nome – commentò allora Nappi – sono stati sbattuti sulle prime pagine dei quotidiani locali e nazionali e dei telegiornali di tutta Italia, come se fossi un malfattore. Tale esposizione mediatica mi ha arrecato un danno di immagine che mi è costato non solo in termini di consensi mancati, ma anche e soprattutto sul versante della mia vita privata e professionale». Nel 2021 fu assolto con formula piena.

Un altro nome eccellente presente in quella lista era quello di Alessandrina Lonardo, moglie di Clemente Mastella che si presentava con Forza Italia ma non fu eletta. A suo carico vi era un procedimento della procura di Napoli, pendente in primo grado, in cui si ipotizzava il reato di concussione. Venne assolta nel 2017.