A cura della Redazione

Scoppia la polemica a Torre Annunziata dopo la pubblicazione su Facebook di un post raffigurante la foto capovolta di Michele Riggi, candidato alle elezioni regionali della Campania nella lista di Fratelli d’Italia. L’immagine, accompagnata dalla scritta «Ora sapete chi non votare, ma a testa in giù. Perché a Torre Annunziata non sono ammesse opinioni politiche», ha immediatamente suscitato indignazione e preoccupazione nel mondo politico e sui social.

Il riferimento, esplicito e inquietante, rimanda al macabro episodio di Piazzale Loreto del 1945, quando furono esposti a testa in giù i corpi di Benito Mussolini, Claretta Petacci e di alcuni gerarchi fascisti.

Riggi, attraverso una nota, ha espresso rammarico e amarezza per quanto accaduto: “Sono rammaricato per un post apparso sui social che ritrae la mia immagine a testa in giù – scrive il candidato –. Non mi preoccupa tanto l’atto in sé, quanto il clima di tensione che si sta creando attorno ai candidati di Fratelli d’Italia e, in particolare, nei confronti della nostra leader Giorgia Meloni”.

L’episodio è stato definito da molti come un gesto di intolleranza politica che alimenta divisioni e odio in un momento delicato della campagna elettorale.

Al momento non è noto se Riggi intenda sporgere denuncia per l’accaduto, ma l’immagine continua a circolare online, diventando simbolo di un clima politico sempre più teso in vista delle regionali campane.

Il commento del sindaco Corrado Cuccurullo

Ho posizioni e opinioni politiche diverse da quelle di Michele Riggi, ma rispetto l’uomo e la sua storia.

Mai il confronto politico dovrebbe oltrepassare i confini del rispetto e della civiltà: è questa la prima regola di una democrazia matura.

Per questo sono vicino a Michele per il vile post che lo ha colpito durante la sua campagna elettorale.

Ci stiamo abituando a una politica fatta di odio, insulti e polarizzazione, che allontana i cittadini e svuota di senso l’impegno pubblico.

Spesso chi critica violentemente e alimenta l’odio sui social lo fa perché non sa confrontarsi davvero, perché rifugge il dialogo e la complessità del ragionamento.

Se tutti gli haters trasformassero il loro odio in passione civile, se avessero il coraggio di confrontarsi con idee diverse, se prima di pretendere di avere ragione provassero almeno a comprendere, ne guadagnerebbero tutti: la politica, il governo, le amministrazioni e soprattutto la comunità.

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