A cura della Redazione
Le vicissitudini societarie della società biancoscudata giungono alle orecchie dell’AIC che, nelle persone del suo presidente Damiano Tommasi e del consigliere Danilo Coppola, hanno tenuto una conferenza stampa al Giraud per capire le intenzioni dei giocatori e fare il punto sulla crisi del Savoia. «La situazione del Savoia purtroppo non è unica ed è doveroso affrontare questa realtà – ha esordito l’ex calciatore della Roma e della Nazionale –. Il marasma societario di cui è vittima il Parma ha garantito maggior attenzione mediatica su certe situazioni ma anche altre società, come il Monza, ne sono state colpite. Sono qui anche per parlare con i ragazzi, e devo dire che ho trovato un gruppo che sta facendo un lavoro ineccepibile, penso si debba riconoscere l’attaccamento alla professione e alla squadra. Cosa può fare l’AIC? Dobbiamo cercare di tutelare i contratti dei calciatori - afferma Tommasi -, garantire i loro diritti e farci portavoce presso le istituzioni. Non nascondo che servirebbero norme più adatte per prevenire queste situazioni così gravi. Se vedo uno spiraglio di salvezza? Se arriva la salvezza sul campo ci sono spiragli per l’iscrizione e ci saranno anche occasioni per discuterne con altri investitori. Escussione della fidejussione per pagare i calciatori? E´ quello che si auspica, sicuramente è una strada che stiamo cercando di percorrere». Poi un accenno al caso Parma, simile ma non uguale ai travagli della compagine oplontina. «Il caso del Parma è diverso - ha prosegutio Tommasi -, in serie A non c’è la possibilità di ottenere una fidejussione a differenza della categoria in cui milita la squadra biancoscudata. La società parmense paga soprattutto un grosso problema dirigenziale, al massimo si può attuare un esercizio provvisorio per garantire la regolarità del campionato, quindi alla fine è un piano salva-società fino a fine stagione, nella speranza di investitori prima di inizio campionato. La messa in mora può portare al fallimento della società? Non è mai avvenuto il fallimento di una società in seguito alla messa in mora da parte dei calciatori, perché c’è un preciso iter burocratico da seguire, e la loro “richiesta” deve essere vagliata da più organi. La situazione cambia se un creditore esterno presenta una vertenza. Al Savoia converrebbe una gestione provvisoria, la messa in mora non prevede nulla se non la richiesta del pagamento di quanto dovuto. I giocatori possono svincolarsi? No, perché c’è un precisa richiesta da fare molto tempo prima. Il tesserato Di Nunzio - ha sottolineato il presidente dell´AssoCalciatori - ha potuto usufruirne perché ha presentato questa richiesta nel mese di gennaio. Troppo pochi 600.000 euro di fidejussione? Io penso siano sufficienti per coprire le mancanze della stagione. In chiusura dico che, a differenza del Parma, qui ci sono ragazzi che hanno lasciato la squadra per motivi economici, e si rischia di dare una visione del calcio professionistico in chiave distorta. Dobbiamo riflettere sulla definizione da dare al professionismo sportivo». In sintesi, i calciatori resteranno al Savoia, per provare fino alla fine ad ottenere una salvezza sul campo che prende sempre più i contorni di un’impresa titanica. Impresa però che, se vista con gli occhi delle ultime prestazioni, soprattutto casalinghe, degli uomini di Papagni, non appare più così impossibile. ANTONIO DE ROSA