A cura della Redazione

Formalizzato il passaggio della Società Savoia Calcio di Torre Annunziata nelle mani del nuovo presidente, il principe Emanuele Filiberto.

All’incontro di ieri, mercoledì 16 novembre, era presente, tra gli altri, il presidente onorario, dott. Nazario Matachione, il quale ci ha rilasciato una breve intervista.

“Oggi vi consegno i saluti di tutta la squadra - ci ha detto -. Quelli di Emanuele FilibertoMarcello PicaMarco LimoncelliElio D’AquinoGiuseppe CriscitelliVincenzo SicaCarmine Romano e Roberto Passariello. Un ringraziamento particolare va a Giovanni Acanfora, proprietario del gruppo Givova, che ha mostrato, dal punto di vista imprenditoriale, un grande attaccamento al territorio, al progetto ed alla squadra. Non si tratta, quindi, solo di uno sponsor tecnico”.

Dottore Matachione, vi siete incontrati con la squadra di calcio del Savoia?

“Certamente. Abbiamo fatto una riunione con i giocatori, manifestando prima di tutto la fiducia e la stima all’allenatore Antonio Barbera. Abbiamo esortato la squadra a dare il meglio, in quanto oggi rappresenta il nuovo assetto societario. Stiamo gettando le basi per il futuro. In questo momento si stanno proponendo tanti giocatori e direttori sportivi, e questo significa che già nel mondo del calcio si sente forte la nostra presenza. Attualmente in squadra c è un grande calciatore che ha deciso per amore della città di finire la carriera con la maglia del Savoia, nonostante la sua grande professionalità. Parlo di Francesco Scarpa a cui è stato affidato l’incarico di direttore sportivo. Sarà il primo direttore sportivo che potrà scendere anche in campo, in quanto rimarrà tesserato col Savoia. Anche per lui sarà l’inizio di una grande avventura, e farà sicuramente bene perché ne ha tutte le potenzialità. Gli facciamo tutti un grande in bocca a lupo”.

Intanto è stata presentata anche la nuova divisa del Savoia.

“La maglia riporta uno stemma e la croce - conclude Matachione -. Questa maglia rappresenta la vita di Emanuele Filiberto e anche la mia. A lui lo stemma di famiglia e della Casa Reale, e a me la croce che ho dovuto portare in tutti questi anni. Ed è la croce che, non solo io, ma tutti dobbiamo portare per la nostra città, per darle un nuovo futuro sotto la protezione del Signore”.