Le pagelle di Napoli-Union Berlin 

MERET. Ai portieri insegnano che quando si respinge una palla è meglio metterla laterale piuttosto che rischiare di mandarla sui piedi dell’avversario. Alex copia e incolla la seconda opzione, regalando al duecentocinquantesimo Fofana nella storia del calcio (ma quanti ce ne sono?) il pallone dell’1-1. Si addormenta sulla punizione di Juranovic, ma viene graziato dal palo. Voto 5,5.

DI LORENZO. A fine partita il capitano ha il volto stremato dalla fatica. E pensare che il violinista francese ci ha messo quasi 80 minuti per fare il primo cambio. Non ci voleva di certo un veggente per capire che aveva bisogno di tirare il fiato. Giovanni non è Superman, questa è una delle cose che Rudi Garcia dovrebbe appuntarsi sul suo taccuino. Difensore, attaccante e governatore della fascia destra. Ci manca solo che prepari il caffè al posto di Tommaso StaraceVoto 6

RRAHMANI. Si fa notare soprattutto in proiezione offensiva, andando in due occasioni vicino al gol. Si cala talmente nel ruolo di centravanti, che rimane nell’aria berlinese quando i tedeschi ripartono e vanno a segnare, soli soletti, il gol dell’uno a uno. Voto 5,5.

NATAN. Nel totale caos tattico dell’impianto di gioco garciano, il brasiliano si improvvisa regista difensivo con fortune alterne. Ottimo un suo anticipo di testa nell’area di rigore dei teutonici che, però, trova solo il legno della porta difesa da Ronnow. Come il collega di reparto Amir, grava sulla sua prestazione l’enorme “buco nero” dell’uno a uno. Voto 5,5

MARIO RUI. Il cross da cui ha origine il gol di Anguissa, poi annullato dal Var, riporta con la mente ai fasti di era Spallettiana. Idem dicasi per il pallone che serve a Politano per la fortunosa rete del momentaneo vantaggio. Peccato che anche il lusitano partecipi alla disfatta sul gol da “polli” preso dal Napoli. Voto 5,5

ANGUISSA. Il 99 non inizia male, anzi segna pure, ma invano. Tuttavia, Zambo non è neanche vicino all’assomigliare al calciatore “ovunque” della passata stagione. Nella seconda frazione di gioco cala vistosamente, ed inevitabilmente finisce per rallentare tutte le azioni degli azzurri. Voto 5

LOBOTKA. Un altro paio di queste partite e il nostro amato Lobo regredirà alla fase cupissima di quando in panchina sedeva Rino Gattuso. Novanta minuti di tormento per il centrocampista slovacco, che sì tocca un’infinità di palloni, ma viene destabilizzato dai giramenti di testa che gli vengono provocati da Fofana. Corre all'indietro più che può, corre come un dannato preso in mezzo dalla coppia di tedeschi che fa a fette quel che resta della squadra campione d'Italia, apprezzata in Europa per il gioco e la qualità del suo modo di stare in campo. Tira Becker, Meret devia. Arriva Fofana e butta giù con una pallonata le idee di Garcia e la chiesa al centro del villaggio dalle fondamenta fragili. Voto 5,5

ZIELINSKI. Il senatore Piotr prova ad infilarsi a modo suo tra le pieghe della partita, ma gli azzurri preferiscono andare ad intasarsi sulle fasce, rendendo sostanzialmente il centrocampo un centro di smistamento. Cala anche lui alla distanza complice la stanchezza evidente. Qualcuno dica a Garcia che esistono le sostituzioni. Voto 5,5

POLITANO. Sta vivendo senza dubbio un momento di forma strabiliante. Tanti i meriti del 21: gol, dribbling efficaci e un gran lavoro nelle due fasi al servizio della squadra. L’unica macchia della sua gara è quel tiro a uno all’ora che finisce addosso a Roussillon, dal quale viene propiziata la ripartenza tedesca fatale ai partenopei. Detto questo, la sua prestazione merita ampiamente la sufficienza. Voto 6,5

RASPADORI. Nello stretto è micidiale. Offre sempre una traccia verticale per i compagni ed è un fattore anche con i movimenti senza palla, ma è troppo isolato dal resto della truppa. Come qualità di gioco nulla da dire, sull’incisività sì. Jack tergiversa troppo prima di arrivare al tiro, risultato? Vanificare tutto. Voto 5,5

KVARATSKHELIA. Quando sia accende è uno spettacolo per gli occhi, grazie alla sua immensa qualità nel dribbling e nello stretto. Il problema, per il Napoli, è che ieri sera KK77 si è acceso a intermittenza. Kvicha non riesce ad incidere o a inventare la palla geniale che ribalta gli avversari e, per di più, al minuto 82 si rende protagonista di un tiro moscio quando invece poteva servire Simeone con un passaggio ampiamente nelle sue corde, e metterlo a tu per tu con l’estremo difensore dei tedeschi. Voto 5,5

RUDI GARCIA. L’ultima volta che l’Union Berlino non aveva perso davano ancora in tv Dawson’s Creek ed erano ancora di moda le t-shirt “Baci & Abbracci”. Dopo dodici KO consecutivi, una squadra allo sbando, sfasciata e disperata, viene a fare punti al Maradona, diventato ormai terra di conquista. È bastato un lancio spazza/area per trasformare un rinvio in un stiletto che affonda la lama nel cuore della difesa (?) del Napoli, in quel momento tutta sulle spalle di Lobotka, passato da visionario inventore di trame di passaggio ed equilibratore del gioco, ad onesto mediano vecchia maniera. Non solo il Napoli non fa più paura, ma è la paura che s’è impossessata del Napoli. Passaggi a vuoto clamorosi, incapacità di indirizzare il proprio destino, errori da categorie inferiori come sul gol di Fofana.

Il “violinista” dice di incontrare solo tifosi che sono dalla sua parte (per il sottoscritto, onestamente, sono più introvabili della figurina Panini di Pierino Prati), non nota problemi evidenti nella squadra, assicuria che presto tutto si risolverà (“Ci bastano tre vittorie di fila”, e bla, bla, bla…). Se non batte l’Empoli, con la sosta alle porte che consiglia cattivi pensieri ad un furibondo Aurelio, sceso di corsa negli spogliatoi a fine partita per dirgliene quattro, reo di avergli fatto perdere quasi tre milioncini a causa della mancata vittoria, l’esonero sarebbe come un incontro di pugilato tra Tyson Fury e Lino Banfi: non quotato. Svegliati Rudi, che qui si affonda. Voto 5

(Foto Salvatore Gallo Agenzia Foto & Fatti)