A cura della Redazione

Guardia giurata coinvolta in un colpo al "Tarì" di Marcinise. Lo ha accertato la Polizia di Stato dopo complesse indagini durate circa un anno. F. P., 40 anni, è stato sottoposto alla misura di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ed eseguita dagli agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Caserta.

Alla ricostruzione dell'accaduto hanno collaborato anche i carabinieri della Compagnia di Marcianise ed il locale Gabinetto provinciale della Polizia Scientifica.

L'uomo è gravemente indiziato di concorso, con altre persone allo stato non identificate, in rapina pluri aggravata, sequestro di persona, porto e detenzione di armi.

L'episodio risale al 26 settembre 2014, quando ci fu un assalto al caveau della istituto di vigilanza “BTV s.p.a. gruppo Battistolli”  sito presso il “Centro Orafo Tarì” di Marcianise. Quattro malfattori, utilizzando come “cavallo di troia” un furgone blindato riportante i colori, il logo ed il numero di targa di un automezzo di un Istituto di Vigilanza, che quella sera avrebbe dovuto recarsi presso il deposito della struttura per effettuare operazioni di carico/scarico di valori, riuscivano ad introdursi all’interno del citato “Polo Orafo” e, quindi, ad accedere al deposito dove, dopo aver immobilizzato i due vigilantes in servizio al suo interno, uno dei quali era la guardia giurata F. P., si impossessavano di circa 15 milioni di euro.

Costretti ad una repentina fuga a seguito dell’allarme attivato da un altro dipendente della “Battistolli”, in servizio in un’altra area dello stabile, che si era accorto della loro presenza tramite il sistema di video sorveglianza interno, i rapinatori, per sfuggire all’imminente arrivo delle numerose pattuglie di Polizia di Stato e Carabinieri inviate sul posto, abbandonavano il veicolo e l’intera refurtiva, fuggendo a piedi nelle campagne circostanti, approfittando del buio.

La meticolosa ricostruzione della rapina ha permesso di acquisire incontrovertibili elementi di responsabilità a carico della guardia giurata, accertandone il ruolo di "basista” attivo nell’agevolare l’accesso al caveau dei rapinatori e nel neutralizzare la seconda guardia giurata. In particolare, le indagini hanno appourato che il 40enne, utilizzando un cellulare “citofono”, tramite sms, scandiva ai complici tempi e condizioni di accesso al caveau e, dopo l’arrivo del furgone blindato, inspiegabilmente apriva la porta blindata che cosentiva loro l’ingresso all’area protetta.