A cura della Redazione

Il Jazz è musica, per appassionati, non popolare forse, ma quando è jazz in una terra bella e ardente come quella flegrea ed è capace di coinvolgere numeri inaspettati di pubblico e riempire gli spazi e le serate, non è più solo musica ma è condivisione. E’ godimento di luoghi e atmosfere colmi di energia e armonia, occasione per dare risalto attraverso le melodie a uno splendido territorio, scrigno di tesori della natura, dell’arte e dell’archeologia. E’ stato proprio così il Pozzuoli jazz Festival 2015, un successo di note e di pubblico che ha raccolto circa mille spettatori al concerto di apertura al Vulcano Solfatara con Daniele Sepe in commistione con i Kefaya & Slivovitz, e ancora al successivo appuntamento con il nuovo talento del soul, il californiano Jarrod Lawson per la prima volta in Italia in esclusiva per la rassegna flegrea, che ha irradiato la sua straordinaria voce direttamente dal cuore pulsante del cratere.

Una sesta edizione che ha registrato il pieno di pubblico a tutti i concerti e ha alternato sui palcoscenici naturali del territorio puteolano artisti affermati e giovani talenti. Un grande nome tra i vari, che non abbisogna di presentazione, è stato Lino Patruno, il “Senatore del Jazz”, accompagnato dai Blue Four, storico gruppo che lo segue in un percorso musicale dedicato ai musicisti Joe Venuti ed  Eddie Lang, che ci ha trascinati con il suo sound, dalla verdeggiante natura di un altro grande cratere, ora inattivo, il Parco naturale dei Fondi di Baia. E a un grande artista è corrisposta una giovane promessa, Ilenia Appiciafuoco dei Pepper and The Jellies, allieva di Lino Patruno e grande interprete del Jazz delle origini, in memoria dell’” imperatrice del Blues” Bessie Smith, che ha catalizzato l’attenzione di un ricco pubblico dall’alto della rocca illuminata del Rione Terra. Un appuntamento graditissimo dalla cittadinanza e dai turisti anche stranieri che hanno popolato per una sera uno dei più suggestivi quartieri puteolani. Un concerto, tra l’altro gratuito, che come l’altro evento a ingresso libero dei Tribunal Mist Jazz Band alla darsena dei pescatori di Pozzuoli U’ Valjone, ha decisamente inondato la città di ritmo e colore. E ancora l’armonia delle note sinuose e sensuali di Enzo Pietropaoli e del suo Yatra Quartet, da un luogo antico ed elegante quale il Tempio di Nettuno, perfettamente bilanciate dalle atmosfere soul dei Camera Soul mescolate al suono del mare, lungo la spiaggia di Lucrino.

Ma il Pozzuoli Jazz Festival non è stato solo la celebrazione di grandi artisti del Jazz in suggestive location, non una sintesi di concerti in alcuni luoghi; è stata la festa della città di Pozzuoli con tantissimi appuntamenti nei club del territorio, in un’esaltazione e in una combinazione perfetta di musica, fine divertimento, vino e cibi locali. Ma anche di arte, quella della pittura del maestro Antonio Isabettini, che da sempre regala splendide pagine dipinte dei paesaggi puteolani o quella delle “bombe inesplose” di Raffaele Ariante, "Bombe di Colore, Passione, Pace e Amore", consegnate agli artisti della rassegna a fine concerto, assieme all’opera di un ‘altro maestro puteolano, Vincenzo Aulitto, con le sue “Costellazioni in conchiglia”. E ancora gli straordinari scritti dello scrittore e giornalista flegreo, Mario Sirpettino, autore per il Pozzuoli Jazz festival sin dalla prima edizione, di piccoli asterischi, squisite chicche, (riportate sui segnalibro omaggio della rassegna) tra lo storico e il poetico che raccontano dei luoghi meravigliosi e dei miti flegrei.

Pozzuoli Jazz Festival è stato proprio quello che voleva essere per il territorio: un brand, un marchio di qualità, che intende aggiungere la musica e la passione a quanto già abbonda in questa terra: la natura, il mare, il vino, il buon cibo, l’arte, l’artigianato, l’archeologia. Insomma Pozzuoli è stata la cittadella della musica per più di 20 giorni all’insegna del jazz e della cultura, quale merita di essere. E già vede all’opera l'Associazione Jazz & Conversation nel programmare gli incontri musicali della prossima stagione invernale, e riproporre il Festival,come già da alcuni anni, in un atteso duplice appuntamento annuale.