A cura della Redazione

Una lunga ed articolata attività d’indagine, avviata nell’anno 2013 dalla Procura della Repubblica di Salerno e poi integrata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che aveva già prodotto tre ordinanze nei confronti di altrettante persone appartenenti ad un clan camorristico, ha consentito al personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Salerno, insieme ai militari della Compagnia Carabinieri di Salerno e della Stazione Carabinieri di Vietri Sul Mare, di portare a termine una vasta operazione di polizia nel Comune di Vietri Sul Mare.

Tale attività si è sviluppata nella ricerca di armi e sostanze stupefacenti e contemporaneamente nell’esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura della custodia in carcere nei confronti di cinque persone, appartenenti ad un nucleo familiare, ritenute responsabili di associazione a delinquere di stampo camorristico aggravata dalla disponibilità di armi, tentata estorsione, estorsione consumata, rapina aggravata e minaccia a Pubblico Ufficiale, con l’aggravante dell’associazione mafiosa.

Il gruppo criminale, originario della Frazione Dragonea del Comune di Vietri Sul Mare, aveva quale obiettivo principale il taglieggiamento degli imprenditori locali attraverso molteplici atti intimidatori.

Tra le persone sentite durante l’attività d’indagine, spicca la deposizione del sindaco di Vietri Sul Mare, il quale ha rappresentato che i componenti del gruppo «erano temuti dai cittadini vietresi in quanto capaci di commettere qualunque delitto per assicurarsi il sostentamento per vivere», aggiungendo  «che più volte i cittadini di Vietri Sul Mare avevano sollecitato un intervento sia amministrativo, sia delle forze di polizia per ristabilire la tranquillità pubblica violata».

Le attività d’indagine, caratterizzate da una proficua collaborazione tra Polizia di Stato e Carabinieri, proseguono con l’obiettivo di accertare ulteriori episodi delittuosi verificatisi in Vietri Sul Mare dal 2013 al 2015 in danno di imprenditori, commercianti e cittadini e allo scopo di stabilire l’effettivo coinvolgimento tanto nei reati, quanto nel delitto associativo, di altri partecipi, essendo al vaglio dell’Ufficio Distrettuale Antimafia la posizione di oltre una decina di persone gravitanti nell’orbita del clan.